Informazioni su Giancarlo Frigieri

uno che suona la chitarra e canta

La storia, l’arte, la bufala, mio fratello, mia nipote.

Mia nipote, la primogenita di mio fratello, ha 8 anni e dice che vuole suonare la chitarra.
Mio fratello le ha detto di no.
Mia nipote, la primogenita di mio fratello, ha 8 anni e dice che lei vuole davvero suonare la chitarra.
Mio fratello le ha detto di no.

Avanti così per 8 volte.

A quel punto mio fratello le ha detto che suonare la chitarra non è che tu prendi e suoni la chitarra e fai le canzoni. Bisogna imparare, farsi venire i calli alle mani che ti fanno un male della madonna, mettersi lì e provare a suonare ma invece senti solo SGRANG SGRANG SGRANG e ti fanno male le mani. Si fa fatica, chiedi allo zio Gianca, che suona e ha cominciato alla tua età.
Lei dice che vuole suonare la chitarra.
Lui le torna a dire che suonare la chitarra non è che tu prendi e suoni la chitarra e fai le canzoni. Bisogna imparare, farsi venire i calli alle mani che ti fanno un male della madonna, mettersi lì e provare a suonare ma invece senti solo SGRANG SGRANG SGRANG e ti fanno male le mani. Chiedi allo zio Gianca, che suona e ha cominciato alla tua età.

Avanti così per 8 volte.

Allora mio fratello mi dice “Ok, la mandiamo a lezione. Comprale una chitarra, pensaci tu che così non prendiamo una fregatura. Una chitarra 3/4, da bambini”.

Gliela compro. Una Ibanez 3/4 folk. Rapporto qualità prezzo ottimo, suona da Dio. Dico a mio fratello che se dovesse rinunciare può ridarmela che la tengo da portare in vacanza per suonicchiare, invece di portarmi la Cole Clark. Ma in realtà spero proprio che impari.

Quando gliela consegno, mio fratello dice “Chiedi allo zio Gianca com’è suonare la chitarra” e io le dico più o meno quello che le ha detto mio fratello. Aggiungo solo, perché i bambini vanno incoraggiati, che se tu superi la fatica di imparare e le delusioni iniziali e ti impegni tanto ma tanto ma tanto ma tanto, allora dopo non ci sarà cosa più bella da fare. Le faccio vedere i miei calli sulle dita della mano sinistra. Le faccio vedere che se io mi pianto una forchetta nel callo del dito medio, ci viene il “taccone” ma io non sento dolore, che quella è pelle morta. Le dico che “Ti diventeranno le dita così”.

Le dico, uso queste testuali parole, che “Si fa una fatica della madonna, ma se tu non tradisci la musica, allora la musica non ti tradirà mai e ogni volta che le cose non andranno come vuoi, la musica ti aiuterà e ti sarà sempre vicina. Sarà come avere la migliore amica che hai mai avuto sempre lì a disposizione”.
Poi le dico “Sei sicura di volere fare tutta questa fatica?”
Lei dice di sì.

Comincia la prima lezione. Poi la seconda. Poi non so, sto aspettando a chiedere come va anche se sono decisamente curioso, da buon zio.

Un giorno che chiedo come va sento che forse l’entusiasmo sta calando e che la piccola si sarebbe giustificata dicendo che “Oggi ho suonato” perché si era messa lì una mezz’oretta attaccata a dei DO e dei LA minore.

A quel punto mio fratello dice alla piccola e a tutta la famiglia che “Quando uno vuol fare una cosa la fa, si mette lì e la fa. Io mi ricordo che lo zio Gianca non si metteva mica lì venti minuti a suonare. Lo zio Gianca stava tutto il giorno a suonare, magari non faceva la lezione che gli avevano dato ma stava lì con la chitarra un pomeriggio intero, che a volte faceva venire due palle che non vi dico”
e poi aggiunge che “Non è che uno va a ginnastica artistica (entrambe le bambine fanno ginnastica artistica) un’ora alla settimana e dopo può dire che fa ginnastica artistica. Quando il papà e i suoi amici giocavano a pallone, non è che andavano a giocare al sabato e basta. Andavano a giocare al sabato alla partita, facevano allenamento due volte alla settimana e poi si trovavano tutti i giorni, anche appena finito l’allenamento e si mettevano a giocare a pallone, magari in strada. Questo è giocare a pallone. Questo è suonare la chitarra. Questo è FARE UNA COSA POTENDO DIRE CHE TU FAI QUESTA COSA CHE FAI. Altrimenti non fai niente, sei solo uno che va in un posto perché ci vanno tutti”.

(Fine primo tempo. Intervallo. Secondo tempo)

L’altro giorno ho sentito dell’eliminazione dai programmi ministeriali della storia dell’arte e della relativa levata di scudi contro questo provvedimento, perché la cultura è importante e l’arte e siamo in Italia che ha il patrimonio artistico che blah blah blah. Ho anche sentito dire che è una bufala, poi invece no, poi invece è una bufala e francamente non lo so e non credo nemmeno sia questo il punto.

Il punto è che non so nemmeno se tutta questa levata di scudi c’entri con mia nipote e la sua Ibanez 3/4. Ma ho come l’impressione di sì.

Gratis. Poi, se volete…

Il mio nuovo album, “Distacco”, verrà presentato dal vivo per la prima volta sabato 1 marzo alla Salumeria del Rock di Arceto (RE). Consiglio vivamente, se volete esserci, di prenotare allo 0522/989989.

Seguiranno altre date delle quali verrete informati a breve.

Da quel giorno tutta la mia musica sarà disponibile da questo sito gratis in formato mp3. Compreso il disco nuovo. Chi vuole la scarica e non mi deve una lira.

Tuttavia, chi vuole darmi dei soldi, anche a mano quando mi vede, lo può fare e non mi offendo.

(I dischi comunque con me li porto)

Parla come mangi #2 – (Frasi ed espressioni idiomatiche del suonatore italiano povero. Volume 2)

Artisti emergenti=Poveri.

Artisti di base=Poveri.

Artisti indipendenti=Poveri.

Dal basso=Senza organizzazione.

Realtà presenti nel territorio=Della gente là fuori che non so mica dirti di preciso.

“Può rappresentare una buona opportunità”=Ti sto infilando un badile nel culo.
Trampolino di lancio=Esatto, nel culo anche quello, hai capito bene.

Etichetta discografica=Ci inventiamo un nome e un marchio e lo mettiamo sul disco.

Distribuzione discografica=Abitudine del secolo scorso ormai estinta (Si veda ad es.= braci per scaldare il letto). Fa ancora la differenza per finire o meno su una rivista musicale con un’intervista, visto che queste vetuste organizzazioni sono solite pubblicizzarsi attraverso la quarta di copertina.

Tour manager=Uno che scrocca il pasto.

Roadie=Uno che scrocca il pasto perché piega l’asta di un microfono.

“Ciao, questo è il pass artista”=Tieni questa collana, è un filo con un cartoncino colorato.

Vieni di là un secondo?=I soldi. Non facciamoci vedere, che è tutto in nero.
Mi compili questo? E’ solo per wwojofiwoh(incomprensibile)=Firma questo e non rompere. Mi serve per pagare meno wwojofiwoh(incomprensibile).
“Non è il mio genere”= Nemmeno il vostro.
Bio= Serie di parole che narrano vicende in ordine cronologico. Vengono solitamente richieste da chi organizza la serata musicale e al 99% dei casi non vengono mai controllate o lette. Si diffondono tipo malware attraverso il “copia e incolla”.
Cominciamo direi verso le (mettere un numero seguito dalle espressioni “un quarto-e mezza”)=Aspettiamo che arriva un po’ di gente.
Tour=Intervallo di concerti che parte da uno al giorno per sei mesi di fila fino ad arrivare a circa “Due date a trimestre”, limite accettato dall’UETSM (Ufficio Esagerazioni e Tentativi di Successo Disorganizzato).

Sanremo=Manifestazione della quale si parla male fin quando non si riesce ad andarci. Da quel momento si attenuano i toni e ci si giustifica perché ci si va. In quest’ultimo caso non vale la motivazione “Per provare a fare due soldi”.

Nuovi cantautori=Cantautori.

New Folk=Folk.

New Prog=Prog.

Wave=New New Wave.

Situazione=Parola da utilizzare quando non si conosce la parola giusta per esprimere un concetto.

Live=Nannaaaannananaaa (cit. Opus)

“Collaboro ad una webzine”=Scrivo, ma mica seriamente.

Mailing list=Indirizzi ai quali inviare la newsletter.

Newsletter=SPAM.

Premio (Nome di personaggio famoso defunto)=Metodo usato nella maggioranza dei casi per radunare tanti gonzi che suonano a cui spillare qualche euro contemporaneamente.

Indie=Terre esotiche, generalmente raggiungibili via mare.

Il problema è che in Italia…(segue discorso)=Il problema sono io. (Si veda anche “Il problema è che la gente…).

Bis=Manovra motoria che consiste nello spostarsi da una parte per 15/30 secondi prima di suonare l’ultimo pezzo.*

*Si ignora ancora oggi l’utilità della manovra. Si pensa che rappresenti una danza rituale volta a far capire le intenzioni serie in campo musicale da parte della/e persona/e che la pratica/no, essendo la manovra in questione con ogni probabilità derivante dall’imitazione dei concerti grossi e/o “seri”. Viene solitamente accettata in maniera tacita dal pubblico ed è una tradizione consolidata, un poco come la mancia negli U.S.A.

Il concerto di capodanno.

Una volta, il 31 dicembre del 1997, suonavamo con i Mocogno Rovers nella campagna Bresciana. Eravamo stanchi, io tornavo direttamente dalla Sicilia dove avevo fatto un paio di date suonando la batteria con i Julie’s Haircut in condizioni decisamente avventurose. Salimmo sul palco senza aver cenato, la disorganizzazione era totale. Ad un certo punto arrivò la pasta, mancavano circa 10 minuti a mezzanotte.

A quel punto il nostro cantante (Davide Morandi, proprio quello che oggi canta nei Modena City Ramblers) emulò il grande Mario Canello del film “Fantozzi” e disse “Mancano 30 secondi alla mezzanotte” e poi iniziò il conto alla rovescia. Io cominciai a ridere talmente forte che non riuscivo a suonare il pezzo che avevamo previsto per il conto alla rovescia e mi sdraiai sul palco a ridere tenendomi la pancia per il dolore. Tutti o quasi festeggiarono il capodanno con una decina di minuti di anticipo e poi andarono fuori a scoppiare dei botti e a fare casino, lasciando lì le tonnellate di pasta nei pentoloni.

Noi scendemmo dal palco, mangiammo con relativa calma in un quarto d’ora dove dentro non era rimasto praticamente nessuno, augurandoci buon anno all’ora giusta. Poi tornammo sul palco e ricominciammo a suonare.

(Quella sera lì poi abbiamo fatto altre cose che non posso raccontarvi, perché onestamente mi vergogno ancora adesso anche se son passati più di quindici anni. Per darvi un indizio posso solo dirvi che se oggi qualcuno mi parla di Nuova Zelanda o di Waterloo, io prima rido e poi abbasso il capo cambiando discorso)

Tuo Babbo non si chiama Natale.

Non mi ricordo quanti anni avessi, di sicuro pochi. Ma pochi.
Non mi ricordo che regalo fosse, sicuramente un regalo da poco.
Non mi ricordo neanche cosa stessi facendo in quel momento, sicuramente una cosa da poco.
Stavo parlando con mia madre, che era girata piuttosto male, che aveva lavorato come un mulo tutto il giorno in cava insieme a mio padre.
Le dissi “Si, ma se poi Babbo Natale…”
Lei mi interruppe e urlò, piuttosto seccata “Babbo Natale non esiste!!! Basta!!! Babbo Natale sono la mamma e il papà. Siamo noi che ti abbiamo preso il regalo che vedi sotto l’albero” e poi andò a fare una doccia veloce dopo aver messo su l’acqua per la pasta.

Nessun trauma particolare. Ci sono dei momenti nella vita in cui le cose vanno dette, tutto lì.

Evviva la Spagna.

In Spagna è più difficile abortire, da oggi.

Hanno posto, tra le altre misure, l'”eccezione dello stupro”.

In pratica tu non puoi abortire, perché l’embrione è come una persona. Però se ti stuprano, puoi.

Mi piacerebbe sapere se:

1) Se un embrione “E’ COME UNA PERSONA” e ha gli stessi diritti di una persona, allora come mai questi diritti li perde se originato da un rapporto violento?

2) Se “un embrione è come una persona” ma non lo è più se “E’ frutto di uno stupro” allora possiamo andare a uccidere (per fare un esempio) un bambino di 10 anni, se c’è stata di mezzo una violenza carnale?

3) Nel caso che tu, donna, denunci uno stupro e hai 14 settimane di tempo per abortire, la giustizia spagnola è sicura di emettere una sentenza definitiva in questo lasso di tempo? Perché qui in Italia una causa dura in media 11 anni, sapete com’è, se fossi donna non vorrei doverlo ammazzare in prima media, mio figlio.

Feliz Navidad.

(Lettura consigliata: “A. La verità, vi prego, sull’aborto – Chiara Lalli, Fandango)

I mondiali di calcio e la musica. Consigli.

Organizzi concerti? Bene, tieni d’occhio queste date:

14 GIUGNO – SABATO
C’è Italia – Inghilterra.

ITALIA – INGHILTERRA

Hai presente quando Fantozzi deve andare a vedere il film cecoslovacco con i sottotitoli in tedesco e quindi deve abbandonare la partita? Ecco, sta guardando ITALIA – INGHILTERRA. Se non volete essere VOI a fare la fine di Guidobaldo Maria Riccardelli (oppure delle 18 bobine della “Corazzata” con il suo celeberrimo “Montaggio analogggico”)…

Siamo 5 ore avanti rispetto al fuso di Manaus, quindi giocano alle 23. Quindi NON FAR SUONARE NESSUNO. Al massimo puoi giocarti un “Aspettando Italia-Inghilterra” con partenza alle ore 20, magari una roba con delle tribute band degli Who e le Union Jack in bella evidenza. Qualora suoniate in uno di questi cosi attenzione a nascondere le Union Jack (e le chitarre) in caso di sconfitta. Insomma, quando finite di suonare e la partita comincia cercate di essere altrove. Se suonate durante la partita non c’è nessuno, quindi o pretendete di venire pagati il triplo, oppure fatevi pagare pochissimo FISSANDO GIA’ UN’ALTRA DATA. Occhio perché automaticamente sarete quelli che hanno suonato a quel concerto sfigato. Inconsciamente per chi è lì sarete sfigati pure voi.

 

VENERDI 20 GIUGNO

ITALIA – COSTA RICA

La seconda partita del mondiale è sempre piuttosto importante perché dalle prime due si stabilisce se potete vendere (o comprare) la terza. Comunque giocano alle 16, ora italiana. Quindi, a parte i megamonitor negli uffici e nelle fabbriche e cose così, la musica non subirà alcun disagio. Qualche pazzo la guarderà in differita la sera, ma non sarebbe uscito comunque. OCCHIO AI SOUNDCHECK. Se chiamate un gruppo a suonare quel giorno lì partirà DOPO LA PARTITA e quindi inventerà scuse del tipo “Abbiamo trovato coda” (Quando l’Italia gioca non c’è mai coda. In autostrada puoi coprire la targa con un panno e mettere un mattone sull’acceleratore e nessuno dirà niente) oppure “Abbiamo bucato una gomma del furgone” (In tal caso avranno un ruotino, nessun maschio italico ti cambia una gomma mentre c’è la partita, neanche un gommista).

MARTEDI 24 GIUGNO
ITALIA URUGUAY

 

E’ la partita dove sai se l’Italia ha passato il turno oppure no, quindi potrebbero esserci caroselli di automobili interminabili come se lo avessi vinto, che da Schillaci nel 1990 si fanno caroselli anche per un pareggio contro Kiribati. Si gioca alle 16 e qualcosa ora italiana, quindi vige la regola di prima. Essendo un infrasettimanale, per tutti coloro che magari suonano da soli o in duo ogni tanto a quelle robe tipo “orario aperitivo” (io sono uno di quelli) state attenti che oltre ai caroselli di macchine ci sono pure i temibilissimi commenti del dopopartita. Quindi se suonate intorno alle 19 sono tutti lì a parlare a un volume chiassoso della partita e il volume, mano a mano che bevono, si alza. Poi vanno a casa a fare una doccia. Avete suonato davanti a nessuno e poi chi vi ha chiamato a suonare si ricorderà sempre che “Non siete riusciti ad interagire con il pubblico” invece di avere avuto lui l’idea più stupida dell’universo, cioè spendere due lire per chiamare uno a suonare nel momento meno propizio.

Qualora l’Italia passasse il turno, occhio alle seguenti date:

SABATO 28 GIUGNO
Se l’Italia ha passato il turno come seconda gioca ora. Gioca alle 20 ora italiana.
DOMENICA 29 GIUGNO
Se l’Italia ha vinto il suo girone gioca ora. Alle 20, sempre.

In emtrambi i casi è ora di cena, quindi vale il discorso di prima dell’orario “aperitivo” che è in realtà piuttosto elastico. Se avete un localino all’aperto NON ORGANIZZATE UNA ROBA AD ORARIO APERITIVO CON UNO CHE SUONA, che altrimenti stanno tutti in casa a vedersi la partita e voi ve ne accorgete il giorno prima e dovete annullare tutto. Se avete l’idea di dire “Beh la facciamo prima della partita” vale il discorso di prima, per voi che suonate. Vale a dire tutti che si siedono a guardare lo schermo e a parlare a voce altissima di Prandelli che non ha messo quello e deve giocare con due punte non con tre e poi perché tiene in panchina coso e fa giocare quel bollito di coso.

Per i quarti e le semifinali, non si può pretendere di sapere sempre tutto in anticipo, quindi rischiate. La finale terzo e quarto non la guarda mai nessuno, manco se c’è l’Italia. Quel sabato lì andate relativamente tranquilli.

La finale è il 13 Luglio. Domenica. Alle 19 ora italiana. La guardano TUTTI. Anche se è UZBEKISTAN – NAURU.

Occhio che dagli ottavi in avanti i supplementari e i rigori sono sempre lì che aspettano di rovinarvi tutto, tenetene conto.

Stampatevi questo foglio, vi sarà utile.

 

Le primarie.

Quelli che “Io non vado a votare alle primarie del PD ma se dovessi andarci, allora voterei _________________ perché _____________” mi sembrano come quelli che quando giocavamo a pallone non volevano mai sporcarsi la maglia e le braghette e tiravano indietro la gamba a tutti i contrasti, però poi erano sempre in mezzo al campo a dire “Torna, tira!!!” (e soprattutto dicevano “Passa”).

Oggi che non gioco più a pallone, mi sembrano come quelli che non suonano mai dal vivo, fanno la colletta per fare un disco, però sanno benissimo cos’è che non va della musica italiana e ogni volta che parlano cominciano con “Il problema è che…” e il problema non sono mai loro.

Non c’è mica niente di male a non andare alle primarie di un partito. Non è mica una visita della mutua o una bolletta della luce da andare a pagare in posta.

Basta scuse#2 – L’invidia.

Tra noi che suoniamo l’invidia c’è sempre stata. Ed è una “brutta bestia”, come dice il proverbio e come disse Max Collini degli Offlaga quando nel brano “Tono metallico standard” diceva dietro a sé stesso e al suo atteggiamento mentre la grande maggioranza credeva stesse dicendo dietro a Luca G., ma come dice un altro detto molto noto “Quando il dito indica la luna e il tuo buco del culo è sulla luna, il dito il più delle volte è un missile. Quindi preparati, che siamo solo ai preliminari e ti farà un male cane”.

Quando è stato il momento in cui abbiamo scoperto che era molto comodo dire che era tutta invidia?

Ci dicono che facciamo canzoni tutte ugualie noi diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che le nostre canzoni fanno schifo e noi diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che non sappiamo suonare e noi diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che i nostri testi sono superficiali e banali e noi diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che i nostri brani non hanno dinamica e noi diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che facciamo cagare e diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che puzziamo e diciamo che è tutta invidia.

L’invidia oggi è un poco come quando Goldrake diceva “Alabarda spaziale” oppure Daitarn 3 diceva “E ora, con l’aiuto del sole…”

I meglio sono quelli che dicono “Non vorrei che fosse invidia”, che tradotto significa “VORREI CHE FOSSE INVIDIA”.

Il meglio del meglio sono quelli che credono che sia l’insalata belga.

Ma non vorrei che fosse indivia.