Informazioni su Giancarlo Frigieri

uno che suona la chitarra e canta

“Se non hai capito chi è il pollo, il pollo sei tu” – Crowdfunding, Kickstarting e quelle robe lì.

Premessa: Non ho niente contro la modernità, le idee nuove, i cambiamenti in un sistema. Mi trovo pienamente d’accordo con chi dice che “Le tradizioni sono soltanto innovazioni riuscite molto bene”. Le prese di posizione ideologiche le odio. Ma odio anche le prese per il culo e ultimamente mi è venuta in mente la battuta del pollo quando ho sentito questa parola: CROWDFUNDING.

“Crowdche?” qualcuno si sarà chiesto. Ecco, già qui…Il Crowdfunding è il nome che gli americani hanno dato ad una pratica vecchia come il mondo. Una volta si chiamava COLLETTA. Solo che, come dice Guccini nell’introduzione di “Statale 17” nel live con i Nomadi (andatevela a sentire, si ride) “Gli americani ci fregano con la lingua”.

In pratica, applicato in campo musicale, gli artisti o sedicenti tali manifestano l’intenzione di partire con un progetto (un album, un video, le magliette della band, qualsiasi cosa) e chiedono, tramite agenzia (particolare non di poco conto) un finanziamento ai loro fan o a chiunque passi di lì. In cambio offrono cose come chiacchierate via skype, copie dei dischi autografate con dedica, accessi al backstage dei concerti e agli studi di registrazione, cene con la band, crediti sui dischi, eccetera.

Ecco, la cosa che mi inquieta è che ci siano delle agenzie che fanno questa cosa qui. In pratica invece di chiedere i soldi tu, loro ti fanno da cassa di risonanza e per questo servizio si tengono il 15% di quanto corrisposto dai fan.
Se il progetto non va a buon fine non si fa niente e si ridanno i soldi indietro. Il tutto in nome della partecipazione diretta del fan e del legame rafforzato con l’artista, ça va sans dire.

Ora, non è che ci sia niente di male a chiedere dei soldi, anche se i nostri genitori hanno sempre sperato che non fossimo costretti a fare l’elemosina per campare e anche noi speriamo lo stesso per i nostri figli.
I punti che mi lasciano perplesso sono altri e li vado ad elencare.

1. Non mi piace che chi ti chiede dei soldi faccia passare la cosa come un favore che lui ti fa, “per farti partecipare”. Se vuoi partecipare alle spese di un disco, lo compri. Che infatti è quello che fai anche con il “crowdfunding”.
2. Non conosco NESSUNA ditta in nessun rapporto meramente commerciale che arrivi ad avere la faccia tosta di ricompensare i propri clienti più affezionati riducendo loro i termini di pagamento. Sia che vendiate piastrelle, profilati in alluminio, piante, dischi o quello che vi pare…ma ve lo immaginate un fornitore dire ad un cliente “Guarda, solo perché sei tu ti faccio un trattamento speciale. Ti ricordi che pagavi sempre a consegna ricevimento merce? Bene, da oggi puoi pagare anticipato. Ma se fallisco ti ridò i soldi, non preoccuparti”. Se qualsiasi cliente si sente fare una proposta del genere penso che cambierà fornitore in meno di dieci secondi. Il fatto di “sentirsi partecipe” mi sembra la classica pacca sulla spalla che il venditore ti dà mentre ti sta abbindolando.
3. I vantaggi per i fan: accessi al backstage, chiacchierate esclusive via skype, crediti sui dischi, copie autografate, persino un indumento del cantante. Tralasciando il feticismo malato (viene in mente quello che frugava nella spazzatura di Bob Dylan e da lì a Mark Chapman il passo non mi sembra così lungo), ho riflettuto su una cosa. Ma tutte queste cose, si pagano? Un gruppo che si definisce “indipendente” (ecco perché dico che oggi questa parola si usa a sproposito e sarebbe meglio dire “povero”) certe cose non dovrebbe concederle gratis, secondo la propria coscienza?
I crediti sui dischi: ci mancherebbe altro che non mi ringrazi, ti sto pagando in anticipo e magari farai un disco che mi fa schifo.
Chiacchierate esclusive via Skype: In pratica da domani se vuoi parlare con i (riempite voi lo spazio) lo fai a pagamento, come negli 144 e nei telefoni erotici. Se paghi allora parli con me, altrimenti ciccia. “Finito soldi, finito amore”.
Accessi al backstage: A parte che i backstage del circuito indipendente sono difficili da sfondare come un panetto di burro per una katana, capisco che magari vuoi esser lasciato solo oppure hai voglia di fare due chiacchiere dopo due minuti che sono lì. Deve essere proprio il soldo a regolare questa pratica?
Autografi sui dischi: In pratica un poco come se dopo un concerto comprate il cd e alla richiesta “Ciao, mi puoi fare la dedica?” vi rispondono “Hai cacciato la grana?”.

Un’altra cosa che stupisce è l’entità dei finanziamenti, roba che il microcredito in India sembra un mutuo per la casa, a confronto.
Infatti non si fa che ripetere da tempo che oggi fare un disco è alla portata di tutti visto la riduzione dei costi di registrazione e la tecnologia in ogni casa e blah blah blah. Ed è vero, badate bene. Non a caso oggi tutti stampiamo cd, cosa che una volta era impensabile. Così capita di vedere gruppi di 4,5,6 persone che chiedono finanziamenti di 500-1000 euro. Se siete un quintetto e chiedete 1000 euro, per dire… Possibile che non abbiate 200 euro a testa da spendere in un progetto al quale sembrate credere così tanto?
Ve lo dice uno che ha investito soldi da solo nel primo album in italiano e da allora pubblica un disco all’anno riutilizzando i soldi della propria attività concertistica. Che quando gli chiedono un autografo (succede, incredibile vero?) è contento come una pasqua e lo fa con gioia, senza chiedere soldi a nessuno. Che va a cena con chi vuole, non con chi anticipa i soldi per lui. Che le chiacchierate via skype le fa con chi gli sta simpatico. E’ così difficile?

Ma ammettiamo che questi soldi effettivamente non ci siano. Che i vari gruppi coinvolti siano indigenti e non riescano a superare la soglia della povertà.
Come ho già detto non c’è niente di male a chiedere dei soldi se ci si trova con le pezze al culo.
Ma chiamatela “elemosina”, la stessa che si chiede ai bordi della strada, non fatelo passare per un favore. La zingara davanti al supermercato non lo fa, mal che vada si mette un cartello con scritto “Devo mangiare”. E’ più onesto.

Quanto al giusto nome per chi fa la cresta del 15% su chi chiede l’elemosina trovatelo voi, io di beccarmi una querela non ne ho voglia.

Forse una cosa buona, questa iniziativa però ce l’ha. Far si che non venga più rivolta la noiosissima domanda “Ma tu campi di musica o hai anche un altro lavoro?”. In questo potrebbe essere un’opera meritoria. Se volete un consiglio, però, qualora abbiate aderito a uno di questi progetti e sentire odore di pollo alla diavola, controllate di non avere uno spiedo infilato da qualche parte.

Zanzare

Si sono sciolti i Mosquitos. Con loro ho pubblicato, nel Febbraio 2009, un album chiamato “In love” che reputo uno dei dischi migliori in lingua inglese che io abbia fatto. Da soli hanno invece pubblicato 4 album e un paio di EP. Un EP era composto di sole cover e c’era una versione di “Concrete Jungle” che l’originale di Bob Marley, che è una delle canzoni alle quali sono più affezionato in vita mia, al confronto sfigura. Il loro secondo album, chiamato “Electric center”, è uno di quei dischi che i critici rock chiamerebbero “desertici”. Si tratta di un capolavoro, senza mezzi termini. Uno di quei capolavori imperfetti che sono destinati, se è vero che il tempo è galantuomo, a diventare un oggetto di culto presso un numero di estimatori destinato a crescere in maniera disordinata come è accaduto all’album degli OP8, tanto per fare un paragone con un disco calzante anche sotto l’aspetto meramente stilistico. I Mosquitos, come tutte le grandi band, si sono sciolti prima di diventare patetici e nel bel mezzo di una china comunque lievemente discendente. Il loro scioglimento fa male, perché avvenuto dolorosamente e lentamente, come uno scioglimento deve essere. Senza inutili festeggiamenti, perché quando una band così si scioglie non c’è niente da festeggiare. Sono orgoglioso di aver suonato con loro, di averli come amici e di considerare, grazie a loro e al loro giro di persone affezionate, la città di Frosinone come una seconda casa. Se non li avete ascoltati fino ad oggi potete rimediare. Le band si sciolgono ma i dischi, per chi ha ancora il coraggio di intenderli come documenti e non come mezzucci per guadagnare consenso e popolarità, restano per sempre. Amen.

22 OTTOBRE – Nuovo Album, streaming in esclusiva, intervista in radio, concerti.

Un vecchio spot beota degli anni 80 faceva vedere un tipo che metteva giù un telefono, diceva la frase “Abbiamo l’esclusiva” e poi si tracannavano dei Whisky in pieno giorno. Non so se sia stata questa la reazione della redazione di “Sentire-Ascoltare”, prestigiosa fanzine on line che ha ottenuto l’esclusiva dello streaming del mio nuovo album, “Togliamoci il pensiero”. Fatto sta che se volete ascoltarvelo prima di comprarlo, potete farlo all’indirizzo:http://www.sentireascoltare.com/news/4427/anteprima-togliamoci-il-pensiero-il-nuovo-album-di-giancarlo-frigieri.html

I malati del download digitale, quelli che acquistano su Itunes i singoli file, dovranno invece aspettare il 6 Novembre.

Questo fine settimana invece, facciamo la doppia come i fornai. VENERDI 26 sarò in diretta su Krock – www.krock.it – ospite di Marco Moser, per parlare del disco nuovo. SABATO 27 invece sarò in concerto alla SALUMERIA DEL ROCK di Arceto (RE) ed è consigliabile prenotare il posto, soprattutto se avete intenzione di sedervi e mangiare qualcosa. Potete farlo allo 0522-989989. Poi non dite che non vi avevo avvertito.

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CI SIAMO (quasi)

Finalmente. La prossima settimana (Lunedì, ad esser precisi) dovrebbero arrivarmi le copie del nuovo album, “Togliamoci il pensiero”. Fin da ora chi vuole può prenotarsi la sua con il solito metodo, vale a dire:

1. Busta chiusa contenente 10 €uri per ogni copia, più 4 francobolli di posta prioritaria, spedita a: GIANCARLO FRIGIERI – CASELLA POSTALE 3 – 42048 RUBIERA (RE)
2. Oppure se lo viene a prendere ai concerti.
3. Il disco uscirà anche in download digitale a partire dal 23 ottobre per la NEW MODEL LABEL di Govind Khurana. http://newmodellabel.com/about/

Dovrei avere qualche copia del disco già giovedì, all’agriturismo cantoni di Modena. Inizia infatti una rassegna chiamata S.O.P., nella cui prima serata suono io.

Visto che il disco esce sotto il marchio della Controrecords di Torino, la presentazione ufficiale del disco sarà proprio a Torino il giorno 13 Ottobre, alla presenza dello staff torinese dell’etichetta.

Non mancherà comunque una puntata in terra reggiana, perché casa è sempre casa. Ragion per cui mi permetto di consigliare a reggiani, modenesi, parmensi o parmigiani eccetera… di prenotarsi un posto prima possibile il giorno 27 Ottobre alla Salumeria Del Rock di Arceto (RE).

Eccovi l’elenco completo delle date confermate finora:
07/10 Sassuolo – Piazza Martiri (Tributo a Pierangelo Bertoli. Suono un pezzo anche io)
11/10 Rassegna SOP – Agriturismo Cantoni – Modena
13/10 Circolo SUD – Torino
27/10 La salumeria del Rock – Arceto (RE)
10/11 Il pasteggio a Livello – San Felice sul Panaro (MO)
24/11 Condorito – Margarita di Mondovì (CN)
02/12 Arci Dallò – Castiglione delle stiviere (MN)
14/12 I Vizi del pellicano – Fosdondo (RE)
12/01 Circolo Arci Bazura – Torino
18/01 La stazione – San Miniato (PI)
03/02 Pantagruel – Casale Monferrato (AL)

Altre ne verranno, state certi. A breve aggiornamenti anche sul sito.

Vaffanchi?

Mia moglie sfoglia un numero di “CHI”, una delle riviste che ogni lunedì compra per il suo negozio da parrucchiera. Le clienti non leggono NIENT’ALTRO. Sono stati fatti esperimenti scientifici rigorosi durante i quali è emerso che “Internazionale” viene usato per salire sugli sgabelli senza sporcarli, “Il Mucchio” resta nel mucchio come il nome suggerisce, addirittura quella cavolata di “Focus” viene ritenuto troppo intellettualmente faticoso. Qualsiasi rivista che richieda un minimo di analisi viene poi buttata nel pattume in condizioni migliori di quelle che puoi mediamente trovare in un’edicola, per dirvi quanto vengono toccate.

La mia signora legge ad alta voce e dalla sua bocca escono le seguenti parole:

“Kate Middleton dopo lo scoop di CHI in viaggio in Polinesia per ricominciare”

(2 secondi di silenzio)

“Ma vaffanculo…”

(Mia moglie)

Qui le domande le faccio io

La stragrande maggioranza delle interviste a noi musicisti poveri sulla carta stampata e sul web si basa su una serie di domande che vengono messe in un file e poi ci vengono inviate tutte insieme. Spesso queste domande sono generiche e identiche per tutti, e il fatto della mancata botta e risposta fa si che diventino di una noia mortale.
 
Ecco perchè non le legge nessuno se non gli intervistati stessi, che ovviamente leggono soltanto la propria “per vedere se hanno risposto bene”.
 
Per questo motivo, le interviste promozionali di rito per il mio nuovo album “Togliamoci il pensiero“, in uscita a breve, saranno interviste alla rovescia.
 
Sarò io a intervistare i giornalisti e i fanzinari vari che accetteranno di sottoporsi alla cosa. Gli stessi giornalisti e fanzinari potranno poi scegliere se pubblicarla sul loro giornale o sul loro sito, altrimenti la pubblicherò io su www.miomarito.it in una sezione apposita.
 
Qualche amico al quale avevo confidato la cosa mi ha detto che è “un’idea della Madonna”. No, non è un’idea della Madonna. E’ un’idea del dottor Manicardi, che l’ha già messa in opera nel suo splendido blog BARABBA, che vi invito a votare per i Macchianera Blog Awards.

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Agosto (Pubblico mio, non ti conosco)

Ad Agosto suono due volte. La prima è Venerdi 10 Agosto a FestaMandrio, la festa del PD di Mandrio di Correggio, patria di Dorando Pietri, garzone di fornaio e maratoneta.

La seconda occasione, decisamente meno prosaica, è il 21 Agosto. All’ora dell’aperitivo (qualsiasi cosa significhi) a CERVIA (RA) in spiaggia al Bagno 203 SOLOSOLE. In quel’occasione, dato il governo balneare, con ogni probabilità farò un set di zoppicanti cover votate al divertimento totale, anche se non sono ancora sicuro. Vedremo. Togliamoci il pensiero.

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Ci son dei giorni

…che ci si sente come dei sacchetti di plastica, di quelli usati per contenere i cibi che si chiudono con il nastrino. Ci son giorni che ci si sente come quando il cibo non c’è più, il nastrino non si trova più e rimane solo un sacchetto vuoto con qualche goccia di condensa dentro, che manco si riesce a richiudere e allora ti chiedi se sia il caso di riutilizzarlo oppure fregarsene e buttarlo via.

Luglio (col bene che ti voglio)

1. Concerti

Suono, a Luglio. Suono nei seguenti posti:

FABBRICO (RE) – Festa del PD. Il 3 Luglio (martedi).
Fabbrico è uno di quei comuni dove il terremoto ha
picchiato piuttosto duro, però non se ne parla mai
perché purtroppo le cose vanno così. Hanno fatto una
festa del PD e una festa popolare è un modo come un altro
per cominciare a vivere l’estate, al netto di ogni
considerazione politica per quel che mi riguarda.

14 Luglio – Toano (RE) – Casa del Bork.

La casa del Bork è un posto di montagna dove c’è sempre
fresco, anche nelle giornate tipo stasera dove il caldo e
l’afa la fanno da padroni. Inoltre ci sono vinili in
vendita, una bella compagnia e poi a fare da barista c’è
FATUR, l’artista del popolo italiano che saliva sul palco
con i CCCP. Fatur quella sera lì legge anche alcune cose
di Bukowski. Insomma, i motivi non mancano.

2. Disco

Il mio nuovo album sta per essere masterizzato e quindi in
autunno lo pubblicheremo. Lo faremo con l’aiuto di
un’etichetta, la CONTRORECORDS di Davide Tosches, pregevole
cantautore di Torino. Non cambio idea sulle etichette
indipendenti, tant’è che il disco me lo pago io dalle
registrazioni alla stampa e in pratica rimango autoprodotto.
Però Davide è un amico, ci scambiamo contatti e favori e
da tempo mi chiedeva di mettere il suo marchio sopra ad un
mio album, ragion per cui questo giro ho pensato di dire di
sì.

Questo comporta che io abbia anche una distribuzione
(Audioglobe) della quale mi fido esattamente come di un cane
che fa la guardia ad una salsiccia. Non perché sia la
Audioglobe, diciamo che nutro la stessa fiducia nelle
distribuzioni in genere. Se mi fregheranno soldi sarete i
primi a saperlo, ma tanto credo che non sarà una cosa
particolarmente impegnativa. La cosa divertente sarà
sentire tutti i giornalisti che ti chiedono “Come mai con
un’etichetta?” dopo che per 4 anni mi hanno chiesto “Come
mai senza etichetta?”.

L’affarone comporta anche che ci sia un ufficio stampa
gestito da tale GOVIND KHURANA, che per quel che mi riguarda
può fare quello che vuole, con un nome così figo non oso
contestargli niente.

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