Informazioni su Giancarlo Frigieri

uno che suona la chitarra e canta

Sgoccioli

I missaggi de “I sonnambuli” sono quasi cotti. Sabato mattina dovrebbe esserci l’ufficialità del passaggio alla fase successiva (mastering). Ce la faremo ad avere il disco per il 26 di Luglio? Oggi, un passaggio veloce allo studio Bunker ha rivelato che Andrea Rovacchi stava missando “Il turista”, che sarà la canzone più lunga di tutto il disco (7 minuti e qualcosa) e probabilmente anche la più difficile da missare, visto l’enorme quantitativo di corde e voci presenti. Ballatona dal tocco chitarristico acustico zeppeliniano con parte di basso decisamente reggae nella quale ho anche suonato con delle spazzole il sedile della batteria. Si, proprio il sedile. Suonava bene, che volete che vi dica? Comunque, in quel pezzo lì la batteria la abbiamo poi suonata in tre. Io, Rovacchi e Cesare Anceschi (detto Cico), batterista titolare del disco. Son cose che succedono. Inoltre Fabio Debbi e Davide Cocconcelli passavano di lì per caso e quindi li ho coinvolti in un coro in alcuni punti dove cerchiamo di ottenere un suono in stile “Crosby,Stills & Nash” e ovviamente finiamo con il sembrare “Totò, Peppino e la malafemmina”. Non male. Intanto, Davide Tosches (pregevolissimo cantautore torinese autore di un gran bel disco chiamato “Dove l’erba è alta”) sta approntando qualche piccolo ritocco alla grafica del libretto e della copertina, opera della mai troppo preziosa Cristina Malagoli (mia moglie, sì).

Ah, dimenticavo, ieri ero sul Resto del Carlino

Ieri è uscita un’intervista sul resto del Carlino a cura di Federico Ferrari, nella pagina di Sassuolo. Essendo giornata di referendum ma non avendo ancora i dati non sapevano proprio cosa scrivere, d’altra parte in provincia non succede mai niente. Mia madre ha comprato il giornale e ora lo mostra alle amiche, facendo finta di avere un figlio importante. Le amiche ci credono.

Schegge di Liberazione alla Salumeria del Rock

Stasera sono onorato di accompagnare quei folli di Barabba (che stamattina sono finiti pure sul giornale, con la g minuscola) nel reading di Schegge di Liberazione (un ebook sulla Resistenza, che quest’anno è diventato anche un libro di carta, come si faceva una volta). Suonerò accompagnandoli e strimpellerò qualche traditional. Siamo alla Salumeria del Rock di Arceto. Dalle 20:30.

Concerto in Pomposa.

Al momento l’unica alternativa prevista al concerto all’aperto in Piazza Pomposa è l’annullamento. Stiamo dunque legati alle condizioni meteo sperando nel miracolo. Vi terrò aggiornati nelle prossime ore, spero.

Missaggi

Oggi alle ore 13:42 Andrea Rovacchi stava missando il brano “L’arrivoluzione” del mio nuovo album “I sonnambuli” , mentre Gabriele Riccioni stava cucinando delle penne all’arrabbiata in una cucina da campo messa sopra un palanchino, stile campeggio. Il suono del mix era eccellente. L’odore del sugo anche.

Giugno un po’ in anticipo

Prendete carta e penna e segnate:

Cominciamo parlando di concerti e impegni dal vivo. VENERDI 2 GIUGNO, alle ore 14:30 suonerò al PALACAOTIC di S.Biagio, vicino Mantova. Ci sarà un super pranzo (vi giurò che sul volantino c’è scritto proprio così) organizzato dall’associazione Caotic Group e a seguire un festone che andrà avanti tutto il pomeriggio. Per prenotare il pranzo o per informazioni varie: 335/7385741 oppure scrivete a caoticgroup@libero.it.

Martedi 7 Giugno, a partire dalle ore 21 si inaugureranno i Martedi di PIAZZA POMPOSA a Modena. Ogni martedi, per 4 settimane, ci saranno concerti e vita varia per animare un po’ l’estate di Modena, e si comincerà Martedì 7 Giugno con il concerto mio e di Matteo Toni. Ci saranno anche le bancarelle dell’associazione BioPomposa e varia umanità. Insomma, un’ottima scusa per uscire di casa piuttosto che guardare una tribuna politica del cavolo.

Giovedi 9 Giugno accompagnerò alla chitarra le letture di quei pazzi meravigliosi di Barabba che leggeranno dal vivo in orario aperitivo qualche brano da “Schegge di Liberazione”, libro rivelazione dell’ultimo Salone Internazionale del Libro di Torino. Il tutto alla Salumeria del Rock di Arceto (RE).

Sabato 11 Giugno, verso le quattro del pomeriggio sarò invece a FIRENZE, in Via Martiri di Cefalonia 74. Andrò infatti a trovare i vecchi amici della Black Candy che nel loro Black Candy Store tengono concerti e cosette varie sempre piuttosto interessanti. I negozi di dischi, il sabato pomeriggio, valgono sempre una visita. Quindi spero di trovarci parecchie persone.

Il giorno seguente, Domenica 12 Giugno, questo scoppiettante finale di primavera troverà il suo zenit con l’ISOLA BIANCA FESTIVAL di Pontelagoscuro (FE) (www.isolabiancafestival.com). Saremo in riva al Po a partire dal tardo pomeriggio con diversi concerti e tutte le cose che si possono trovare in un festival. Oltre a me, Appino degli Zen Circus, Alessandro Fiori dei Mariposa e numerosi altri. Lo stesso giorno c’è anche un referendum, ricordate.

Dopo mi riposo un po’… Ma non troppo perché c’è da FINIRE IL DISCO. Infatti, con un sincronismo degno di Fantozzi e la Signora Pina nelle preparazioni mattutine, io e tutte le altre persone coinvolte nella lavorazione dovremo riuscire a missare, masterizzare, sbrigare pratiche SIAE e stampare entro la metà di luglio.

Il disco è già registrato, si chiamerà “I SONNAMBULI” e la lista delle canzoni sarà la seguente: Risveglio, Controesodo, L’arrivoluzione, Il turista, La gente, Comodo, Fino a rovinar del tutto, La madonna del cavalcavia, Non lo so dire, La controfigura.

Nel disco hanno suonato anche: Cesare Anceschi alla Batteria, Fabio Debbi ha fatto un assolo di chitarra e un coro insieme a Davide Cocconcelli, Andrea Rovacchi ha suonato diversi tasti bianchi e tasti neri, laddove io non ero in grado di eseguire le parti più complesse.

Sentendo un primo mix alla buona, ne sono parecchio soddisfatto e ho ricevuto impressioni positive anche da chi ha partecipato, quindi sono ovviamente carico come una molla.

La grafica del cd sarà come di consueto a cura di mia moglie Cristina, che sta preparando un digipack a 3 ante con libretto di 16 pagine davvero notevole.

Il mastering sarà a cura di Davide Barbi e non appena sarà possibile avremo un qualche brano su youtube come anteprima. Che volete di più?

Ieri sera ultime registrazioni per “I sonnambuli”

Abbiamo aggiunto prevalentemente delle percussioni qui e là, qualche effetto sonoro, un pianoforte molto percussivo, una voce molto roca. Tra qualche giorno si comincia il missaggio, c’è trepidante attesa. Per gli amanti delle statistiche: l’ultima cosa registrata nel precedente disco fu una telecaster passata dentro a un leslie (quella cosa alla fine de “la vita che ti ha scelto” che tutti mi chiedono “e qui che strumento è?”). Questo giro invece l’ultima cosa è un semplicissimo tamburello in un brano chiamato “L’arrivoluzione”.

Trent’anni

Nel 1979 avevo sette anni. Quando avevo sette anni, la chiesa, il catechismo, tutte quelle cose lì, per me erano una gran rottura di palle. Cose noiose, il pregare tutti insieme e il dover dire parola per parola delle formule come “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Un giorno mia madre mi disse che non era mica obbligatorio che io andassi a messa, la domenica. Era la prima volta che sentivo una cosa del genere. Mi dicevano tutti il contrario. Il prete, la maestra, i compagni di classe, mia nonna… Sembrava che la frequentazione del clero fosse obbligatoria e io avevo già capito, nonostante la mia tenerissima età, che erano repressivi e che comandavano loro. Poi la rivelazione di mia madre che mi disse (più o meno) che la domenica mattina io potevo andare a messa oppure “fare quel che mi pareva”.

Da qualche giorno ero entrato in sintonia con una musicassetta (fatevi spiegare da un vecchio) di mio fratello maggiore Corrado, l’uomo al quale devo la mia educazione musicale in tenera età. Si chiamava “RASTAMAN VIBRATION”, era di un tipo chiamato BOB MARLEY e aveva un ritmo che non avevo mai sentito, una cosa strana che ti faceva muovere e stare bene. E quella musica lì si ballava ciondolando in maniera ritmica ma sregolata. Per me “ballare” aveva sempre voluto dire ballare in coppia come vedevo alla festa de l’Unità, oppure ballare come in televisione ballava la Fracci o le ballerine moderne. Coreografie e quelle robe lì. Non ero mica capace. Invece di ballare il REGGAE (che nome fighissimo aveva quella musica, vero?) ero capacissimo: Bastava fare come mi pareva.

Quindi, la gran parte delle mie domeniche mattina era impiegata nello stare in casa da solo, con lo stereo a palla e la musica di Bob Marley. Ballavo e cantavo le canzoni. Mica lo sapevo l’inglese. Imitavo i suoni.

Anche se in seguito avrei imparato un sacco di cose su Marley, sul Tafarismo, anche se odio le religioni tutte e credo che Marcus Garvey sia stato prevalentemente un ciarlatano, anche se ora so che Hailé Selassié non era mica un santo, anzi era un bel dittatorone, anche se so che l’entourage di Marley picchiava i DJ per fargli mettere i suoi dischi in rotazione, eccetera, per me la musica di Bob Marley ha rappresentato il primissimo assaggio della parola Libertà. Libertà non in senso generale, semplicemente la possibilità di essere quello che volevo essere e la sicurezza che tutto sarebbe andato bene.

Un giorno, un paio d’anni dopo, il telegiornale disse che quell’uomo era morto.

Io sapevo che le incisioni sono documenti che restano nel tempo, però d’istinto corsi verso lo stereo e misi su il vinile di “Catch A Fire”, che era l’unico disco che avessi comprato in vita mia, con i soldi di mia madre che dall’alto della sua bontà non si era scandalizzata del fatto che il suo piccolo bambino volesse un disco con in copertina un primo piano di un nero che si fumava uno spinello grande come una carota.

Dicevo, quel giorno misi sul piatto dello stereo il vinile e quando le prime note di “Concrete Jungle” partirono, tirai un sospiro di sollievo. Poi piansi. Da quel giorno sono passati trent’anni.