Il nome non vi dirà nulla, probabilmente.
Questa sera l’ho visto mettersi in fila allo stand “Tigelleria LA KUNZA” della Festa Democratica di Modena poco dietro di noi e comprarsi una piadina e una coca cola, che poi si è bevuto prima di andare a fare il suo lavoro.
Alessandro Arianti è un ragazzo giovane che suona il pianoforte e le tastiere. Suona con Francesco De Gregori.
Quando l’ho visto in fila con tutti gli altri, che si pagava la sua piadina e la sua coca senza andare a chiedere o a dire nulla, mi è venuto da pensare a tutti quei gruppi che imbucano dodici persone cercando di scroccare cene quando vanno a suonare, che vedono chi li chiama a suonare come un nemico, che pensano soltanto a tirare sul prezzo e che poi quando alla 450esima birra che bevono, dopo aver suonato svogliati perché magari il pubblico “non è adatto alla nostra musica” e poi scrivono e sottoscrivono catene sui socialcosi scrivendo “Caro gestore di locale…” come se fosse un diritto divino per loro occupare un palco.
Questi qui continuano a suonare in buchi sempre più di merda (perché una volta che vengono chiamati non li richiamano, fateci caso quando guardate le date del vivo delle band, perché è un buon metodo per capire chi sa fare il suo mestiere).
Il Signor Arianti invece si paga una piada e una cosa, ma quando attacca “La donna cannone” o “La storia” ci sono migliaia di persone alle quali esplode il cuore ad ogni tocco sulla tastiera.
Gli altri sono buoni solo sulla tastiera del computer di casa, perché dal vivo non suonano mai.
Chiedetevi il perché, ogni tanto.