Se cliccate in questo link qui sotto potete pre-salvare su Spotify “I ferri del mestiere”. in uscita il 27 settembre.
Fatelo.
Se cliccate in questo link qui sotto potete pre-salvare su Spotify “I ferri del mestiere”. in uscita il 27 settembre.
Fatelo.
“I FERRI DEL MESTIERE” uscirà ufficialmente venerdì 27 settembre.
Tra le ricorrenze più importanti in questa data, la nascita di “Google” nel 1998, l’inizio delle “4 giornate di Napoli” nel 1943, l’indipendenza del Messico nel 1821.
Tra i nati in questo giorno: Jovanotti, Cosimo De Medici, Avril Lavigne, Meat Loaf.
In vinile, cd e digitale.
Da oggi siamo ufficialmente in stampa con il vinile del disco nuovo.
A fine settembre si esce.
La tracklist del mio nuovo album “I ferri del mestiere” che uscirà in autunno:
9 canzoni, 46 minuti di musica. Sia in vinile che in cd, su etichetta New Model Label.
Il disco nuovo lo faremo in vinile e anche in cd.
Nel vinile non ci sarà il cd.
Nel cd non ci sarà il vinile.
Il mio nuovo album si chiamerà “I ferri del mestiere” e uscirà in autunno 2019 per la New Model Label di Govind Khurana e Linda Lorraine Larsen.
E’ stato registrato tra il 20 e il 24 Maggio 2019 al Bunker Recording Studio di Rubiera (RE) da Gabriele Riccioni e Lorenzo Iori.
Lorenzo ha suonato anche il violino in due pezzi.
Alcuni amici hanno fatto un coro in un pezzo.
Il Dottor Manicardi ha fatto “plin plin plin” in una canzone con il pianoforte per una ventina di secondi.
Cesare Anceschi ha suonato la batteria in tutto il disco.
Io ho suonato tutto il resto, vale a dire chitarre elettriche, chitarra acustica, basso, Organo, Piano elettrico Fender Rhodes, tamburelli, cowbell, oltre naturalmente a cantare.
Sarà un disco prevalentemente chitarristico, non ci saranno pezzi senza la batteria. Le chitarre saranno soprattutto elettriche e quasi sempre saranno suonate senza nessun tipo di effetto.
Per i feticisti di questo tipo di cose, la chitarra acustica usata è la Sangirardi e Cavicchi nr 17, una Small Jumbo di Liuteria fatta appositamente per me che già avevo usato nel disco precedente.
Le chitarre elettriche invece sono principalmente le mie due Fender Telecaster. Una è la mia storica Tele giapponese del 1986 e l’altra è una American Special che ho comprato circa una decina di anni fa.
Ho anche usato per alcuni assoli la mia Fender Toronado e una Fender Stratocaster di proprietà dello studio con la quale mi sono trovato davvero molto bene.
Gli unici effetti usati, principalmente per qualche assolo, sono stati un overdrive e un delay della Earthtone, che è una ditta di Sassuolo che fa degli effetti per chitarra davvero notevoli.
E’ stato usato anche un wah wah in una canzone. Per il resto, tutte le chitarre sono pulite e per ottenere un suono distorto abbiamo utilizzato soltanto la naturale saturazione del mio amplificatore Supro Thunderbolt 6420 che è stato l’unico amplificatore utilizzato per le chitarre ed il vero protagonista del disco, almeno secondo me.
Il basso era uno Squier Precision e non ricordo in che amplificatore lo abbiamo messo ma aveva un gran bel suono.
La batteria è stata accordata in maniera decisamente particolare visto che abbiamo tirato parecchio la pelle del rullante e poi abbiamo (questa è la vera stranezza) fatto in modo che il suono del tom fosse più grave di quello del timpano, che è una discreta follia. Per i piatti della batteria ci sarebbe da fare un discorso a parte per lo straordinario RIDE della batteria di Cico ma lo dovrebbe fare lui, in quanto il discorso comincerebbe con lui che dice “Questo non è un RIDE. E’ UN PIATTO” perché in effetti non è propriamente un Ride.
Ci sono pochissimi raddoppi di voce, di solito ne facevo un sacco e invece questa volta no. Non credo ci sia un singolo raddoppio di acustica, forse solo in un pezzo e di solito ne facevo SEMPRE.
Insomma, anche se per molti sarà “Il solito disco di Frigieri” per me è un disco piuttosto diverso dal solito e devo dire ne sono parecchio contento.
Il disco conterrà 9 canzoni, i titoli ve li dico un’altra volta.
Ho voglia di comprare una Fender Stratocaster. Mica subito, ma ho voglia di cominciare a guardarci e poi, forse tra un anno o due, di comprarmi una Stratocaster. Non ho mai avuto una Stratocaster. Sono sempre stato un Telecasterista. Chiaramente bisognerà trovare quella giusta, quindi la cosa impiegherà anni.
Ho voglia di ricominciare ad esercitarmi con la chitarra. Per conto mio, ma mi sono reso conto che suono poco da parecchio tempo e che invece una volta stavo quasi per diventare un chitarrista decente, di quelli che uno li guarda e pensa “Quello è un chitarrista”.
Ho voglia di scrivere più canzoni. Tante. Ho voglia di scriverne un casino, proprio un casino. Anche brutte, anche venute male e poi lasciarle lì, poi riscriverne ancora.
Ho capito che voglio fregarmene ancora di più di quel che va di moda o di quel che si deve fare e che devo soltanto scrivere, suonare, scrivere, suonare.
Ma soprattutto, ho capito che non smetterò mai.
E’ incredibile come questa cosa mi faccia sentire bene.
Ieri il mio batterista di studio, che risponde al nome di Cesare Anceschi ma per tutti noi è semplicemente CICO, ha incontrato un mio (e suo) fan in giro per Scandiano.
Il fan in questione ha pensato bene di chiedergli quando uscirà il mio nuovo album, visto che è un poco che non mi si sente e che era abituato a dei ritmi più serrati per le mie pubblicazioni.
Cico a quel punto gli ha spiegato che tra non moltissimo, non sappiamo bene quando, andremo comunque in studio a registrare il nuovo disco e quindi ancora non si sa di preciso, ma vedrai che entro il 2020 è pubblicato sicuro.
Poi, mentre parlavano, il fan in questione cercava di capire qualcosa di più sul nuovo disco e sul nuovo materiale.
A quel punto Cico ha provato a sbottonarsi un poco e, come fa spesso quando non resiste a fare il buontempone, ha detto al fan che “Il disco nuovo comunque ha già un titolo”. Il che è vero, badate bene.
Solo che Cico ha pensato bene, mentre lo diceva, di inventarsi a caso il titolo del disco nuovo. Quindi, ha detto, “Il disco si chiamerà SONO STATO SULLA LUNA”.
Il fan, a quel punto, ha risposto “Eh, in effetti Frigieri ha sempre dei titoli molto belli”.
Mark Hollis (e i Talk Talk) è stato, vale la pena ripeterlo, un qualcosa di assolutamente unico e indefinibile nel panorama musicale sia per quello che ha fatto che per quello che non ha fatto (il suo assordante silenzio degli ultimi 21 anni). Con lui se ne va un grandissimo, uno dei veri geni della musica contemporanea. Rendergli omaggio è un dovere.
Le dico per punti, così sono chiaro: