Ad Arceto

Suono sia il primo marzo che il due marzo. Il due marzo inizio alle 19. La data è stata aggiunta perché il posto non è molto grande e le richieste superavano i posti, che son soddisfazioni. Non lo abbiamo scritto sul sito perché io queste cose qui non le so mica fare e il Dottor Manicardi invece ha avuto una settimana molto impegnativa, che lui fa un lavoro serio, lavora in una ditta di attrezzature ospedaliere e quindi se ad esempio andate a fare una dialisi e tutto funziona bene è un poco merito suo, quindi ho deciso di non menargliela più di tanto per questo fatto.

Anche se, detto per inciso, adesso legge questa cosa qui e secondo me si incazza, che pensa che ho voluto fare la pugnetta a dirvelo a tutti e invece era solo per completezza di informazione. E’ un brav’uomo il Manicardi, vogliategli bene.

Il Banco vince

A me il Banco non ha mai detto nulla. Non che non mi piacciano tante cose di rock progressivo, ma il Banco non mi ha mai detto niente di speciale. Ci ho anche provato. Ho comprato il disco con il salvadanaio ma niente. L’ho rivenduto. Non è una cosa che faccio spesso. Un mio amico e fan che ama molto il Banco mi ha scritto sull’onda dell’emozione per la scomparsa di Di Giacomo. Gli ho chiesto di poter pubblicare quello che mi aveva scritto. Mi ha detto di si, ma non voleva che facessi il suo nome. Lo pubblico qui sotto perché quando mi è arrivata questa mail mi sono pentito di aver rivenduto il disco con il salvadanaio e quando una mail fa questo effetto secondo me è una bella cosa. Eccola:
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Non è facile da spiegare.

Tensione pazzesca e delicatezza insieme, nello stesso brano. E nelle stesse persone, quando li vedevi suonare dal vivo. Da sotto il palco tu lo sentivi, fisicamente, il piacere che loro provavano a suonare. Quando per divertirti non hai bisogno di fare stronzate, quando il divertimento sta nel fare bene quello che stai facendo. A 25 anni trovare tanta energia e passione in persone di 50, per me era qualcosa di assurdo, una roba inspiegabile. Allo stesso tempo è come essere preso a calci in culo ogni volta che non ho la motivazione per continuare a suonare io.

Ti parlo soprattutto dei primi dischi: Salvadanaio, Darwin, Come in un’ultima cena, e anche Canto di primavera ha due o tre pezzi interessanti.
Quelli degli anni ’80 non li ho mai ascoltati. Ho controllato la discografia adesso e ci sono almeno quattro o cinque album di cui non sapevo niente di niente, nemmeno i titoli. Non hanno mai fatto neanche uno di quei pezzi nei concerti a cui sono stato.

Sicuramente dipende anche dalla provenienza geografica. I castelli romani sono posti bellissimi da vedere, ma almeno in quello dove ho vissuto io il tessuto sociale è veramente una merda. Ecco, il fatto che un gruppo del genere sia uscito da quei paesi e da quei licei, per me che ci sono cresciuto è qualcosa di molto simile a un miracolo.

Francesco poi era incredibile. Durante i passaggi strumentali (lunghissimi, praticamente metà del concerto) se ne stava in un angolo e tu dovevi metterti a cercarlo con lo sguardo, se volevi sapere dov’era. Poi a un certo punto, quando mancavano 15-20 secondi alla prossima parte cantata, sbucava fuori e lo vedevi
avvicinarsi al centro del palco. Arrivava pianissimo, zoppicando. Certe volte avevi la sensazione che non ce l’avrebbe fatta in tempo per attaccare, ti veniva quasi da urlargli “Cazzo, sbrigati!” mentre gli altri suonavano.
Invece arrivava. Quando toccava a lui, lui c’era: apriva la bocca e ti rovesciava in faccia la sua musica, le sue parole. Tu lo sentivi, non potevi non sentirlo, e di colpo ti sembrava di essere tu quello brutto, basso, grasso, calvo e sciancato, e lui diventava un dio greco.

Mai presuntuoso, mai una frase sopra le righe, mai un atteggiamento del cazzo.
Solo voce, grinta e qualcosa da dire.
La musica è questo, nient’altro. Vaffanculo ai maxischermi, le ballerine, i coriandoli e i fuochi d’artificio.

Quella che oggi compie gli anni

Quella che oggi compie gli anni aveva lavorato tutto il giorno, era uscita dal lavoro e senza neanche passare da casa era montata in macchina che veniva a sentirmi suonare in un paesino della Val di Chiana chiamato CIGGIANO. E’ un paesino remotissimo, dove suonavamo con la seconda incarnazione dei Joe Leaman. Era un periodo che le cose non ci andavano mica tanto bene e io iniziavo a suonare con sempre meno voglia, che avevamo ogni volta meno gente davanti e finiva che i concerti memorabili, carichi o anche solo dove saltava fuori l’entusiasmo erano sempre meno.

Quella sera lì, nel paesino disperso della Val di Chiana, ci saranno stati in dieci. Si facevano bellamente i cazzi loro, si vedeva che avevano organizzato questa cosa ma a parte ai due che avevano organizzato a nessuno degli altri 8 fregava nulla, probabilmente.

Mangiammo e poi salimmo sul palco. Nel momento esatto in cui dovevamo salire stavamo dietro, io e gli altri due, a parlocchiare e dire cazzate. Avevamo la faccia spenta e rassegnata di chi sta andando a fare il compitino. A me scappò anche uno sbadiglio, probabilmente.

Quella che oggi compie gli anni a quel punto arrivò incazzata come una iena dietro al palco e mi chiamò in un angolo e poi mi disse, parola più parola meno, quanto segue:

“Allora, io oggi sono passata dal negozio alla macchina e ora sono qui, sono stanca e sporca ma l’ho fatto solo per stare con te e per sentirvi suonare. E tu cosa fai? Monti su sbadigliando e cazzeggiando? Come me ci sono altre dieci persone. Non me ne frega un bel cazzo di niente se sono dieci cretini che ascoltano RTL e non capiscono un cazzo di musica. Sono quelli che ti meriti oggi, altrimenti ce ne sarebbero altri e di più. Quindi tu adesso, per rispetto di questi qui e anche per rispetto mio, che mi sono fatta un culo come una capanna e sono in piedi dalle 7 di stamattina, vai su e SPACCHI IL CULO, fai un concerto della madonna o quantomeno CE LA METTI TUTTA e solo quando sei venuto giù alla fine e ce l’hai messa davvero tutta potrai dirmi che non è andata bene, ma prima tu lo fai. ORA! Altrimenti tu non mi vedrai mai più tra il pubblico quando suoni e quando mi chiederanno come sei a suonare io dirò che sei un cazzone che suona solo per fare il fighetto davanti agli altri e che non ti viene a sentire nessuno, perché in fondo sei uno sfigato di merda. Adesso muoviti, vai su e facci sentire cosa sai fare!”

Se devo dire un momento della mia vita nel quale ho capito cosa volevo dalla musica e cosa dovevo fare con la musica, oh…è stato quel momento lì. Quelli che mi conoscono questa storia qui l’hanno già sentita mille volte.

Quella che oggi compie gli anni non riceverà mai un regalo del genere. A me ci sono delle volte che anche ad averla sposata mi sembra di non averle dato abbastanza. Però vi assicuro che da quel momento lì ce l’ho sempre messa tutta. Sempre. E sempre lo farò.

Auguri, Cri.

Freak

La prima volta che ho visto Freak Antoni non mi ricordo quanti anni avessi. Secondo me facevo le scuole medie, ma potrei sbagliarmi di qualche anno. Faceva uno spettacolo con il “Gran pavese Varietà”, che era tutta la ghenga che poi di lì a poco ci saremmo ritrovati su “Lupo Solitario”, trasmissione di Italia 1.

Uscì e recitò una poesia che diceva

“Non sanguinarmi davanti
sai che sono un ragazzo
particolarmente sensibile
se proprio devi sanguinare
fallo sul retro
magari in cucina.
Grazie”

Non ho mai capito se quel “grazie” fosse parte del testo della poesia o un ringraziamento al pubblico. Mi ero sempre ripromesso di chiederglielo quando l’avessi incontrato di nuovo. Invece le successive volte che ci ebbi a che fare non glielo chiesi mai. Avevo paura della risposta, forse, che Freak Antoni dava di quelle risposte che mica sapevi mai come ci saresti rimasto.

Adesso non glielo potrò più chiedere. Pensa te.

Gratis. Poi, se volete…

Il mio nuovo album, “Distacco”, verrà presentato dal vivo per la prima volta sabato 1 marzo alla Salumeria del Rock di Arceto (RE). Consiglio vivamente, se volete esserci, di prenotare allo 0522/989989.

Seguiranno altre date delle quali verrete informati a breve.

Da quel giorno tutta la mia musica sarà disponibile da questo sito gratis in formato mp3. Compreso il disco nuovo. Chi vuole la scarica e non mi deve una lira.

Tuttavia, chi vuole darmi dei soldi, anche a mano quando mi vede, lo può fare e non mi offendo.

(I dischi comunque con me li porto)

Il concerto di capodanno.

Una volta, il 31 dicembre del 1997, suonavamo con i Mocogno Rovers nella campagna Bresciana. Eravamo stanchi, io tornavo direttamente dalla Sicilia dove avevo fatto un paio di date suonando la batteria con i Julie’s Haircut in condizioni decisamente avventurose. Salimmo sul palco senza aver cenato, la disorganizzazione era totale. Ad un certo punto arrivò la pasta, mancavano circa 10 minuti a mezzanotte.

A quel punto il nostro cantante (Davide Morandi, proprio quello che oggi canta nei Modena City Ramblers) emulò il grande Mario Canello del film “Fantozzi” e disse “Mancano 30 secondi alla mezzanotte” e poi iniziò il conto alla rovescia. Io cominciai a ridere talmente forte che non riuscivo a suonare il pezzo che avevamo previsto per il conto alla rovescia e mi sdraiai sul palco a ridere tenendomi la pancia per il dolore. Tutti o quasi festeggiarono il capodanno con una decina di minuti di anticipo e poi andarono fuori a scoppiare dei botti e a fare casino, lasciando lì le tonnellate di pasta nei pentoloni.

Noi scendemmo dal palco, mangiammo con relativa calma in un quarto d’ora dove dentro non era rimasto praticamente nessuno, augurandoci buon anno all’ora giusta. Poi tornammo sul palco e ricominciammo a suonare.

(Quella sera lì poi abbiamo fatto altre cose che non posso raccontarvi, perché onestamente mi vergogno ancora adesso anche se son passati più di quindici anni. Per darvi un indizio posso solo dirvi che se oggi qualcuno mi parla di Nuova Zelanda o di Waterloo, io prima rido e poi abbasso il capo cambiando discorso)

I mondiali di calcio e la musica. Consigli.

Organizzi concerti? Bene, tieni d’occhio queste date:

14 GIUGNO – SABATO
C’è Italia – Inghilterra.

ITALIA – INGHILTERRA

Hai presente quando Fantozzi deve andare a vedere il film cecoslovacco con i sottotitoli in tedesco e quindi deve abbandonare la partita? Ecco, sta guardando ITALIA – INGHILTERRA. Se non volete essere VOI a fare la fine di Guidobaldo Maria Riccardelli (oppure delle 18 bobine della “Corazzata” con il suo celeberrimo “Montaggio analogggico”)…

Siamo 5 ore avanti rispetto al fuso di Manaus, quindi giocano alle 23. Quindi NON FAR SUONARE NESSUNO. Al massimo puoi giocarti un “Aspettando Italia-Inghilterra” con partenza alle ore 20, magari una roba con delle tribute band degli Who e le Union Jack in bella evidenza. Qualora suoniate in uno di questi cosi attenzione a nascondere le Union Jack (e le chitarre) in caso di sconfitta. Insomma, quando finite di suonare e la partita comincia cercate di essere altrove. Se suonate durante la partita non c’è nessuno, quindi o pretendete di venire pagati il triplo, oppure fatevi pagare pochissimo FISSANDO GIA’ UN’ALTRA DATA. Occhio perché automaticamente sarete quelli che hanno suonato a quel concerto sfigato. Inconsciamente per chi è lì sarete sfigati pure voi.

 

VENERDI 20 GIUGNO

ITALIA – COSTA RICA

La seconda partita del mondiale è sempre piuttosto importante perché dalle prime due si stabilisce se potete vendere (o comprare) la terza. Comunque giocano alle 16, ora italiana. Quindi, a parte i megamonitor negli uffici e nelle fabbriche e cose così, la musica non subirà alcun disagio. Qualche pazzo la guarderà in differita la sera, ma non sarebbe uscito comunque. OCCHIO AI SOUNDCHECK. Se chiamate un gruppo a suonare quel giorno lì partirà DOPO LA PARTITA e quindi inventerà scuse del tipo “Abbiamo trovato coda” (Quando l’Italia gioca non c’è mai coda. In autostrada puoi coprire la targa con un panno e mettere un mattone sull’acceleratore e nessuno dirà niente) oppure “Abbiamo bucato una gomma del furgone” (In tal caso avranno un ruotino, nessun maschio italico ti cambia una gomma mentre c’è la partita, neanche un gommista).

MARTEDI 24 GIUGNO
ITALIA URUGUAY

 

E’ la partita dove sai se l’Italia ha passato il turno oppure no, quindi potrebbero esserci caroselli di automobili interminabili come se lo avessi vinto, che da Schillaci nel 1990 si fanno caroselli anche per un pareggio contro Kiribati. Si gioca alle 16 e qualcosa ora italiana, quindi vige la regola di prima. Essendo un infrasettimanale, per tutti coloro che magari suonano da soli o in duo ogni tanto a quelle robe tipo “orario aperitivo” (io sono uno di quelli) state attenti che oltre ai caroselli di macchine ci sono pure i temibilissimi commenti del dopopartita. Quindi se suonate intorno alle 19 sono tutti lì a parlare a un volume chiassoso della partita e il volume, mano a mano che bevono, si alza. Poi vanno a casa a fare una doccia. Avete suonato davanti a nessuno e poi chi vi ha chiamato a suonare si ricorderà sempre che “Non siete riusciti ad interagire con il pubblico” invece di avere avuto lui l’idea più stupida dell’universo, cioè spendere due lire per chiamare uno a suonare nel momento meno propizio.

Qualora l’Italia passasse il turno, occhio alle seguenti date:

SABATO 28 GIUGNO
Se l’Italia ha passato il turno come seconda gioca ora. Gioca alle 20 ora italiana.
DOMENICA 29 GIUGNO
Se l’Italia ha vinto il suo girone gioca ora. Alle 20, sempre.

In emtrambi i casi è ora di cena, quindi vale il discorso di prima dell’orario “aperitivo” che è in realtà piuttosto elastico. Se avete un localino all’aperto NON ORGANIZZATE UNA ROBA AD ORARIO APERITIVO CON UNO CHE SUONA, che altrimenti stanno tutti in casa a vedersi la partita e voi ve ne accorgete il giorno prima e dovete annullare tutto. Se avete l’idea di dire “Beh la facciamo prima della partita” vale il discorso di prima, per voi che suonate. Vale a dire tutti che si siedono a guardare lo schermo e a parlare a voce altissima di Prandelli che non ha messo quello e deve giocare con due punte non con tre e poi perché tiene in panchina coso e fa giocare quel bollito di coso.

Per i quarti e le semifinali, non si può pretendere di sapere sempre tutto in anticipo, quindi rischiate. La finale terzo e quarto non la guarda mai nessuno, manco se c’è l’Italia. Quel sabato lì andate relativamente tranquilli.

La finale è il 13 Luglio. Domenica. Alle 19 ora italiana. La guardano TUTTI. Anche se è UZBEKISTAN – NAURU.

Occhio che dagli ottavi in avanti i supplementari e i rigori sono sempre lì che aspettano di rovinarvi tutto, tenetene conto.

Stampatevi questo foglio, vi sarà utile.

 

Basta scuse#2 – L’invidia.

Tra noi che suoniamo l’invidia c’è sempre stata. Ed è una “brutta bestia”, come dice il proverbio e come disse Max Collini degli Offlaga quando nel brano “Tono metallico standard” diceva dietro a sé stesso e al suo atteggiamento mentre la grande maggioranza credeva stesse dicendo dietro a Luca G., ma come dice un altro detto molto noto “Quando il dito indica la luna e il tuo buco del culo è sulla luna, il dito il più delle volte è un missile. Quindi preparati, che siamo solo ai preliminari e ti farà un male cane”.

Quando è stato il momento in cui abbiamo scoperto che era molto comodo dire che era tutta invidia?

Ci dicono che facciamo canzoni tutte ugualie noi diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che le nostre canzoni fanno schifo e noi diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che non sappiamo suonare e noi diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che i nostri testi sono superficiali e banali e noi diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che i nostri brani non hanno dinamica e noi diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che facciamo cagare e diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che puzziamo e diciamo che è tutta invidia.

L’invidia oggi è un poco come quando Goldrake diceva “Alabarda spaziale” oppure Daitarn 3 diceva “E ora, con l’aiuto del sole…”

I meglio sono quelli che dicono “Non vorrei che fosse invidia”, che tradotto significa “VORREI CHE FOSSE INVIDIA”.

Il meglio del meglio sono quelli che credono che sia l’insalata belga.

Ma non vorrei che fosse indivia.

For those about to rock…we salute you!!!

Tua moglie che ti guarda come un deficiente. Ti vesti, con la maglietta della kipsta, con i pantacosi, con la maglia catarinfrangente o come cacchio si scrive, con il K-way o come cacchio si scrive. Piove. Tua moglie te lo dice chiaro e tondo. PIOVE!!! E tu rispondi “Poco” e parti. I consueti 10/11 km che fai 3 volte a settimana, in attesa di provare distanze più grosse. Corri. Arrivi a metà del percorso che fai di solito e poi torni indietro. Quando torni indietro vedi uno che va dalla parte opposta alla tua. E’ il primo che vedi stasera, perché piove. Quando piove in tanti non ci vanno a correre. Lo saluti. Li saluti tutti, perché quelli che corrono si salutano, quando si incrociano. Lui ti saluta, con quella sua vocina acuta e poi ti passa a fianco con una velocità pazzesca. Sarà mica lui? Tu aumenti, che se è lui, poi te lo trovi dietro tra un poco e ci rimani male. Passa un poco e tu vai vai vai vai vai. Sei a due km da casa e incroci un altro. Lo saluti. Ti saluta. Poi dopo un secondo lo senti dietro di te che saluta e senti di nuovo quella vocina acuta che dice “Ciao”. Poi ti affianca. Sorride. Tu aumenti, gli stai a fianco. Poi lui passa, ti si mette davanti e tu VROOOM. Dietro. Per quasi 200 metri gli stai dietro. Poi lui curva e cambia strada.

Ora, io lo so benissimo che lui probabilmente stava andando a funghi e io invece stavo andando a manetta. Però provateci voi a stare un mezzo giro di pista di uno stadio attaccati al culo del campione olimpico di maratona, poi ne parliamo.

:-)