Mi dispiace molto per Jannacci. L’unica cosa positiva è che si ritroveranno i suoi album originali invece che raccolte recenti risuonate con arrangiamenti decisamente discutibili. Il corpo muore, lo spirito si rinnova e dopo tanti anni passati a ritenerle speculazioni, oggi penso invece che sia comunque una buona occasione. Se l’opera di un uomo è valida, ogni occasione è buona per glorificarla. Anche la morte.
Archivio mensile:marzo 2013
Vendetta?
Ieri sera io e mia moglie abbiamo visto “V for Vendetta”. Avevamo provato a vederlo qualche anno fa, dopo dieci minuti avevamo spento perché parlavano troppo freneticamente e quella sera lì non ne avevamo voglia. Peccato, che ne parlan tutti bene, avevo pensato.
Ieri sera dopo dieci minuti mi sono ricordato perché avevamo spento e mi son detto che avevamo fatto bene. Però lo abbiamo finito di guardare lo stesso.
Il prossimo che mi prende in giro perché mi piace l’Opera e che mi dice che “Nabucco” di Verdi ha una trama poco plausibile si becca una roncolata.
REGGIO, QUASI PARMA.
Ogni tanto, per motivi di lavoro, mi tocca andare in uno stabilimento in montagna sull’appennino reggiano. Sulla strada del ritorno (che all’andata prendo l’altro lato di quella rotonda) una volta ho fatto caso ad un bar. Sembra uno di quei “bar dei vecchi” dove ci sono personaggi con la pipa che giocano a carte (e ci sono davvero) e dove al bancone trovi magari ancora una bottiglia di Don Bairo o della Brunella Ballor di Fantozziana memoria. C’è una saletta che si vede benissimo perchè la parete è a vetri. Guardando quel posticino lì mi son sempre detto che mi sarebbe piaciuto un giorno suonarci dentro. Son quei posti che ti attraggono a prima vista. Un paio di volte ho anche pensato di fermarmi a chiedere se avevano voglia che passassi con la chitarra a fare quattro-cinque canzoni. Poi son quelle cose che non fai mai, per carità. Però ogni volta che passavo mi rimaneva “la romella”, come diciamo noi in Emilia-Romagna. Un giorno, mentre sono a cazzeggiare su Facebook vedo nei suggerimenti degli amici, chissà come, quel bar. Gli “chiedo l’amicizia” e poi decido che gli spiego questa mia passione insana nei confronti del posto. Gli racconto tutta questa pappardella come l’ho raccontata a te che stai leggendo. Finisce che mi rispondono. Dicono che volentieri mi prendono a suonare e che se vogliamo fissare una data la fissiamo subito. Dicono che ci ha suonato pure Stefano Giaccone (si, quello dei Franti. Pensa te) e dicono pure che d’estate fanno un sacco di cose nella corte interna, che a vedere le foto è proprio una figata. Vien fuori che il posto in questione è un posto vivissimo, un circolo arci che non vedrai mai su Music Club o su qualche sito di quelli superfighi ma che organizza spesso concerti, mostre, presentazioni di libri e cose così. In più vien fuori che tutti i sabati pomeriggio dalle 17:30 alle 20 le rèzdore fanno dei quintali di gnocco fritto con il salume, se uno vuol mangiarlo o portarlo a casa. Vien fuori che io sabato 23 marzo (questo sabato, sì) sono proprio lì, a SAN POLO D’ENZA, che è ancora Reggio Emilia ma di poco, che siamo quasi in provincia di Parma. Che per me che son di Sassuolo, che è Modena ma quasi Reggio non è che ci sia tutta questa differenza tra Reggio e Parma, ma questo è un altro discorso. L’importante è che sabato sera, se arrivate entro le 20 c’è del gnocco fritto a badilate e alle 21:30 inizia il mio concerto in questo posticino qui, che sarà una roba che per quel che mi riguarda è un sogno che si avvera. Perché delle volte è bello sorprendersi a non sognare di suonare al Madison Square Garden ma a “sognare basso”, così da poter realizzare i sogni mandando una mail o poco più. Se volete essere parte del sogno: CIRCOLO ARCI PONTENOVO, SAN POLO D’ENZA. Sabato 23 Marzo. Mi raccomando, puntuali che i sogni non ammettono ritardatari.
Parla come mangi (E’ tutto un parla parla)
1. Si sente che è registrato in analogico, il suono è più caldo = Si sente che mi hai appena detto che è registrato in analogico. Non me ne sarei mai accorto.
2. E’ un’occasione per te per farti conoscere = Non ti pago un cazzo di niente, sappilo.
3. In ogni caso la cena per te è gratis, naturalmente = Non ti pago un cazzo di niente, ringraziami.
4. Tu sei iscritto SIAE? = Ma lo dobbiamo proprio fare, ‘sto borderò?
5. Ho visto che suoni un sacco = Noi non suoniamo mai, porca troia.
6. Ho visto che suoni un sacco. Ma hai un’agenzia di booking? = Mi rompe mettermi lì a cercare le date.
7. Ho visto che suoni un sacco e fai tutto da solo. Ma perché non metti su un’agenzia di booking? = Mi rompe mettermi lì a cercare le date, non è che ci penseresti tu?
8. Ho visto che suoni un sacco. Pensavo che vivessi di musica. = Stai dicendo che mi toccherà lavorare PER SEMPRE?
9. Sono venuto via perché il resto del gruppo aveva visioni musicali diverse = Mi hanno buttato fuori.
10. Tecnicamente sono bravissimi = Fanno cagare.
11. Tecnicamente sono bravissimi = Non ci capisco nulla nel casino che fanno.
12. I nostri testi sono fatti seguendo il principio del “Cut-up”, hai presente William Borroughs? = Cantiamo parole a caso, non siamo mica capaci di fare testi con un senso.
13. Per noi i testi sono molto importanti = Suoniamo sempre quei tre accordi. E allora?
14. Ormai le riviste musicali sono morte = Non mi recensiscono mai, e dire che li ho intasati di buste.
15. Ormai le riviste musicali sono morte = Non mi fanno scrivere, tocca inventarsi una web-zine.
16. Mi piace molto l’ultimo pezzo = Quello che hai fatto per ultimo, è l’unico che ricordo ancora. Tra dieci minuti nemmeno quello.
17. Ci hanno fatto i complimenti in tanti = Uno ha detto che siamo bravi.
18. Ci saranno state circa (“N”) persone = Ci saranno state circa (“N:1,98765432”) persone. *
19. Noi di solito usciamo a (“N”) Euro, ma per te possiamo fare anche meno = Adesso vediamo se sei sveglio o se riusciamo proprio a mettertelo in quel posto così facilmente.
20. Si, si. Una spia c’è, al limite la troviamo. = Col cazzo che ti vado a trovare un monitor, ti arrangi. E lo scoprirai soltanto quando sarai qui e sarà troppo tardi.
* 1,98765432 è un numero fisso per il quale si divide mentalmente il numero sentito dall’interlocutore e prende il nome di “Coefficiente di ritorno alla realtà” o anche “Numero di Hoffmann” dall’inventore dell’LSD. La divisione non da MAI resto se chi esegue il calcolo mette pubblicamente in dubbio il numero N, cosa che non accade mai. Di solito infatti il calcolo necessita di movimenti con la testa che ricordano molto da vicino quelli dell’assenso ed espressioni che rasentano stupore e stima.