“Quando passo Hefferon egli mi guarda a lungo con un’occhiata tanto triste e poi si sdraia a terra. Sono primo. Potrei rallentare, ma invece sono preso da una furia di andare più in fretta. Mi sono dominato sicché avevo dinanzi a me qualcun altro: ora che la via è libera davanti a me non so più frenarmi. Passiamo fra due ali di pubblico che non vedo, ma odo. Guardo sempre in fronte per cercare qualche cosa che non vedo ancora perché la strada fa molti giri. Ad un tratto, ad uno svolto, do un balzo. Vedo là in fondo una massa grigia, che pare un bastimento col ponte imbandierato. È lo stadio. E poi non ricordo più.”
(Dorando Pietri)