Feci la conoscenza dei Cars nel 1984. Avevo 12 anni e guardavo tantissimo “Videomusic” e c’era questo video dove, se mi ricordo bene, c’era anche una macchina che volava con loro sopra o un mostro che teneva una macchina in mano, insomma…lo dovrei riguardare (Quando scrivo questi post qui non è che ricontrollo, spesso scrivo come mi ricordo le cose e se me le ricordo male beh, pazienza, tanto si fa tanto per scrivere delle cazzate e penso che si capisca).
La canzone di chiamava “You might think” ed era parecchio ritmata e con un bel ritornello melodico e mi piaceva; era una di quelle che, quando io e i miei amici guardavamo Videomusic, alzavamo il volume e stavamo impalati lì allo schermo. Il cantante era un tipo con una faccia buffa e allampanata, uno di quelli che ti ricordi la faccia.
Una sera stavo guardando “Deejay television” e il veejay (non so se fosse Gerry Scotti o chi per lui) disse che era uscivo il nuovo singolo dei Cars, che si chiamava “Drive” e che adesso ci faceva vedere il video.
Quando partì il pezzo io pensai che si fossero sbagliati. La canzone era lenta e melensa, non aveva il ritornello ma era una ballata circolare, il video era in bianco e nero, la voce non era mica quella che cantava l’altro pezzo.
Poi invece nei giorni seguenti venne fuori che era vero che erano i Cars, si vede che nei Cars cantavano un poco a turno. A me questa cosa del cantare un poco a turno, a parte i Beatles, i Clash e pochissimi altri, non è che mi abbia mai convinto granché.
Quella canzone lì, sarà stato perché non mi sembrava mica che fossero loro o non so, a me faceva schifo. La sentivi dappertutto e la cosa mi dava anche da fare, come quando senti sempre una canzone che ti fa schifo.
Da lì in avanti, così come non sapevo chi fossero prima del video di “You might think”, i Cars per me cessarono di esistere.
Crescendo, ogni tanto mi ritrovavo qualcuno che li citava come influenza e, spesso, quando sentivo un gruppo che si dichiarava influenzato da loro, li andavo ad ascoltare ma non mi piacevano mica granché.
Ogni tanto, quando andavo a imbattermi in un pezzo prodotto da Ric Ocasek, pensavo “Che suono di merda, per forza è Ric Ocasek” e a volte invece pensavo “Cazzo, che bel suono. Eh beh, Ric Ocasek, una garanzia” e ogni volta mi sembrava naturale pensare quella cosa lì come se non avessi mai pensato l’altra.
Quella canzone che mi faceva così schifo diventò il loro successo più grande, un classico tra i classici, una delle canzoni più immortali degli anni ottanta. Nel corso degli anni, quando la sentivo, piano piano ho imparato a non cambiare stazione e poi ho capito che la canzone è proprio bella.
Però, quando la sento in un programma radio che poi dicono solo “E questi erano i Cars con la loro DRIVE” e poi non dicono che è strano che non la cantasse Ric Ocasek, penso sempre che quello che sta trasmettendo faccia il mestiere sbagliato. Tipo che stamattina, quando ho saputo che era morto, mi son detto che oggi un casino di Radio generaliste metteranno il pezzo e ci sarà qualcuno che dirà “la voce del grande Ric Ocasek in questa DRIVE…” e secondo me bisognerebbe, se vi accorgete che oggi qualcuno lo fa, non dico proprio sputtanarlo, ma almeno cambiare stazione, ecco…quello sì.