Ieri sera Labelèn (scritto tutto attaccato e detto veloce, chè in pianura padana facciamo così) aveva uno slip che sembrava che non avesse niente, mi hanno detto. Non è che non avesse niente, però quando avete cominciato a parlarne in ufficio o sui blog o in fabbrica o nei bar c’è sempre quello che ha detto “Mah, secondo me vedrai che non le aveva…”. Se quel qualcuno siete voi, mi dispiace ma nell’ordine: le donne non sono tutte puttane tranne la vostra madre e la vostra morosa, le donne dei paesi dell’est e della Thailandia con le quali andate vengono con voi perché le pagate e non inventate scuse, le donne del vostro paese non vengono con voi solo perché vi conoscono.
Martedi sera Labelèn (scritto tutto attaccato e detto veloce, ché in pianura padana facciamo così) ha fatto vedere un capezzolo a Sanremo.
Non è che lo ha fatto apposta, però quando avete cominciato a parlarne in ufficio o sui blog o in fabbrica o nei bar c’è sempre quello che ha detto “Mah, secondo me vedrai che lo ha fatto apposta…”. Se quel qualcuno siete stato voi, mi dispiace ma nell’ordine: siamo andati sulla luna, dei Kamikaze hanno tirato giù le torri gemelle e non è vero che lo zucchero bianco fa male mentre lo zucchero di canna no. Basta. con questa smania di vedere complotti dappertutto.
A dire la verità non è neanche che si vedesse tanto, il capezzolo Dellabelèn (sempre scritto tutto attaccato e detto veloce, ché in pianura padana facciamo così). Bisognava avere un microscopio che secondo me neanche al CERN hanno delle macchine così potenti, però quando c’è da vedere certe cose l’ingegno italiano vien fuori alla grande.
Perché visto che lo guarda un italiano su due ma come vi avevo detto ne parla uno su mille (vedi post di ieri) allora bisognava che saltasse fuori qualcosa di cui poter parlare tutti insieme e che unisse il popolo italiano. Niente meglio che un poco di figa, quindi. Anzi, le tette. Perché la mamma è sempre la mamma. E allora vai con Labelèn (scritto tutto attaccato e detto veloce, ché in pianura padana facciamo così).
Ecco, cosa mi piace di Sanremo, cosa mi fa impazzire. L’ingrediente segreto di Sanremo è quel suo essere fuori dalla dimensione spazio/tempo.
Mi spiego.
In televisione siamo ormai abituati a lasciare i nostri figli piccoli al pomeriggio da soli (o con i nonni, spesso rincoglioniti e i cui controlli sono facili da eludere, soprattutto per un adolescente) davanti a uno schermo dove ci sono programmi che prevedono scambi di coppie tra coetanei, gente che si manda a fare in culo, che ha rapporti sessuali un giorno con uno e uno con l’altro e se ne vanta, che si rifà tette, culo occhi e orecchie e se ne vanta, che uccide qualcuno e diventa famoso proprio per questo e allora tutti a intervistarlo…
Ma poi a Sanremo uno fa vedere per sbaglio un capezzolo e APRITI CIELO. Fino alla settimana prima una può aver posato nuda con un pitone avvolto dentro a un crocifisso con un’icona sacra piantata dentro al suo deretano in primo piano e nessuno dice nulla. Però poi a Sanremo dice “Cacca” (neanche “merda”, basta “cacca”) e tutti si scandalizzano.
Ecco, Sanremo mi sembra l’ultimo baluardo del sacro, del liturgico. Una cosa che contagia anche le menti più illuministe che conosco, le più miscredenti, le più attaccate alla ragione.
E pensare che San Remo sul calendario non esiste nemmeno. E pensare che il patrono di Sanremo è San Romolo. Non scherzo, potete controllare.
(* Labelèn segue le regole degli articoli determinativi, con la differenza che prende la maiuscola del partitivo. Non so perché. Forse perché Sanremo è Sanremo.)
Il problema, o la soluzione, è che Noi siamo sempre stati un paese “voyeur”. Fin dai tempi dei romani era importante conquistare ma non imporre, appunto, “guardare” com’era la situazione e poi agire di conseguenza, prendere il tributo senza imporre. ( ovviamente la chiesa da questo discorso è esclusa, loro non sono Italia, hanno un piccolo worldwide stato chiamato vaticano).
Pensiamo di aver scritto bellissime canzoni quando il 90×100 di esse sono traduzioni di canzoni anglofone.
Siamo quelli che “La chiave” (opera ovviamente non originale ma tratta da uno scritto giapponese) è ancora IL film erotico.
Siamo quelli che mettono al potere persone di basso avanspettacolo perchè pensiamo “se ci è riuscito lui perchè non io”, che fa + notizia un’orgia standard di un omicidio e che lo stesso omicidio diventa dibattito da salotto domenicapomeridiano.
Siamo quelli che stanno facendo una campagna di pulizia etnica contro lo scontrino e contro il SUV quando fino a ieri tutti volevano un suv e tutti volevano non avere la fattura dell’idraulico per potersi permettere il suv GUARDANDO (o voyeurando), con invidia, i possessori di tale carro armato ottenuto grazie all’evasione fiscale.
Tutti?, ma sono tanti?sono tutti! come dice bonolis, senza ipocrisie, datemi un suv e lo rivendo per 10 fender del ’74 e un centinaio di vinili, ma tutti troverebbero un buco dove infilare quei cazzo di scontrini non emessi. Io compreso.
“i’ve got amazing powers of observation” direbbe Waters (ma lui ne aveva solamente “thirteen” di canali alla tv “to chose from”) , quindi perchè scandalizzarsi se una voyeristica Labélen scende le scale? Soprattutto dopo che il suo video “porno” (niente di più e niente di meno di quello che facciamo tutti a letto) a fatto il giro worldwide?
*ha fatto–penultima riga–
Sul video hard Dellabelen sono d’accordo con te. Tutti abbiamo fatto un cazzo di filmino, una volta nella vita.
Chi lo ha messo in rete è veramente un povero idiota, così come chi lo guarda.
Hai mica il link, per caso? :-)