Il calcio mi piaceva tantissimo e ora non lo guardo più. Magari mi capita pure di vedere una partita, ma in generale non lo guardo più. L’ultima partita che ho guardato intera è stata Italia-Germania agli ultimi europei, ma forse giusto perché ero in vacanza e me la son vista in agriturismo, con un paio di birre in mano mentre cenavo in totale relax. Per dire, nel 2006 durante la finale del mondiale, quando ho visto che andavano ai rigori mi sono messo in macchina per tornare a casa. Così schivavo il casino, che secondo me una finale del mondiale non deve finire ai rigori. A dirla tutta, nel 1994, quando perdemmo contro il Brasile, sentivo tantissimi che la pensavano così. Ovviamente adesso la pensiamo diversamente :-)
A me il calcio piaceva. Tanto. Tantissimo. Pensate che ogni tanto guardo su Youtube, per nostalgia pura, come fanno i tossici, le partite del mondiale 74 o delle vecchie coppe europee. Non perché “Una volta il calcio era pulito”, che non ci credo. Semplicemente perché ogni tanto ho nostalgia dei giorni in cui io guardavo il calcio in quel modo lì. So dirvi tutti i risultati delle finali dei campionati del mondo (a parte gli ultimi due forse, avevo già smesso), spesso con i marcatori, se vi si rompe wikipedia chiedete a me. Non scherzo.
Il calcio ha un grosso problema, secondo me. Il tifo. Io il tifo non l’ho mai capito del tutto. Capisco sì… Ma penso che allo stesso tempo sia un’abitudine che dovresti cercare un poco di toglierti, come tracannare una bottiglia di rosso a cena o fumarti 20 sigarette al giorno. Non ho mai capito, nemmeno da piccolo, perché uno debba scegliersi una squadra a 4 anni o giù di lì e poi tenersela tutta la vita. Mi sembra che sia un poco come i matrimoni combinati in India. Una puttanata micidiale. Si lo so…”LA FEDE”. A parte che la fede è quella cosa che vi fa credere che una donna vergine possa partorire un figlio (se capitasse a vostra moglie vedi dove ve la mettete la fede) oppure che non potete mangiare carne di maiale (il pollo sì, il maiale no. Siete ben strani…) e poi per me “la Fede” è una mia collega che fa l’oltremare, che vi devo dire? Se l’avete scelta a 4 anni è UN TRAUMA INFANTILE. Tipo aver visto i vostri genitori che scopano, cose così. Riuscire a rimuoverlo quanto prima è indice di sanità mentale. Poi certo, gli individui maschi si tengono tutti il trauma e quindi alla fine è una cosa socialmente accettata, ragion per cui non è che la meni tutti i giorni e riesci comunque ad andare d’accordo con persone che in questo trauma infantile ci sguazzano. Nella mia vita sono riuscito ad andar d’accordo con tossici da eroina, gente che votava Rauti, miserie varie. Figurati uno che ha una malattia che ho avuto anche io, facilissimo.
Comunque: in questi giorni è successo che un giocatore del Milan sia stato offeso da qualche coro razzista o cose del genere e la squadra abbia lasciato il campo. Un gesto simbolico. Un grande gesto. Era ora, ho pensato. Poi si è saputo che era una partita contro la Pro Patria che non contava nulla. Il sindaco di Busto Arsizio (Gigi Farioli, si chiama) ha posto l’accento su questo, dicendo che “Al Bernabeu non sarebbe successo”. Può essere. Sicuramente quando non ci sono interessi economici pesanti in gioco è più facile, esattamente come il Farioli avrà dovuto metaforicamente ingoiare qualche barile di merda ogni tanto, altrimenti qualche azienda del varesotto delocalizzava. Plausibile, no? Diciamo che in genere, almeno secondo me, quando la tua città fa una figura di merda e tu sei sindaco, ti prendi la figura di merda e te la porti a casa, ma saranno cazzi di quelli di Busto Arsizio che il Farioli se lo vedono tutti i giorni in giro.
In questi giorni si parla molto di questa cosa e si discute proprio su questo. Le fazioni si dividono in chi dice che il Milan “ha fatto bene e basta” e chi invece dice che la scelta è ipocrita perché “Al Bernabeu non sarebbe accaduto”. La cosa è pesantemente influenzata dall’essere o meno tifoso del Milan. Se fosse stata la Juve, l’Inter, il Torino, il Pizzighettone, sarebbe identico. La cosa è palesemente influenzata dalla tifoseria. Pensi a quello che fa più comodo, esattamente come i rigori del 1994 e quelli del 2006.
Intanto si noti la genialità di spostare il punto della questione così che il problema non venga affrontato; infatti, invece di parlare delle curve degli stadi dove l’ultradestra va ad arruolare vere e proprie orde di miliziani armati fino ai denti, si punta il dito verso “Il negro” che sarebbe ipocrita. Lui. E così il dito resta puntato su di lui e noi siamo comunque assolti.
Ecco, secondo me l’ipocrisia sta invece in casa nostra. Mentre discutete in tutti i bar, in tutti i luoghi di lavoro, dappertutto insomma… Chiedetevi cosa farete VOI la prossima volta che sentite un “BUUUU” oppure diecimila persone che imitano il verso di un gorilla non appena un africano tocca palla. Perché cari miei tutti, forse sarebbe il caso di abbandonare VOI il campo. Anche se la partita va avanti. Uscite dallo stadio. Spegnete la tv. Non andate per due o tre domeniche nel bar che fa vedere la partita e che paga l’abbonamento a Sky. Spiegate anche il perché. Spiegate che vi dispiace, ma state provando a disintossicarvi.
A cosa potete rinunciare, per dare l’esempio?