– Sono andato a vedere uno spettacolo di tango. In prima fila. Contro la cassa con la musica a manetta.
(A mia moglie piace il tango. Lo adora. Quando sente un bandoneon le si muove un qualcosa dentro. A me fa venire due coglioni grandi come l’Atomium di Bruxelles. Ma era per il suo compleanno. Ho pagato io, mi sono sciroppato lo spettacolo, a lei è piaciuto. Per dire, lei si è sciroppata un concerto di musica sinfonica o una partita di baseball. Son cose che si fanno. Io sono contento di averlo fatto, anche se il tango mi fa venire due coglioni come l’Atomium di Bruxelles)
– Mi sono lavato a pezzi e ho dormito dentro a tre autogrill nel corso dello stesso pomeriggio (Avevo fatto un concerto in un posto dove non avevo dormito niente, che di fianco alla mia porta c’era la madre di tutte le feste e un volume allucinante e io al mattino quando la luce mi arriva negli occhi mi sveglio, punto e basta. Il giorno dopo avevo un altro concerto in un posto e quindi mi sono arrangiato, dormendo un poco alla volta quando crollavo dal sonno)
– Ho suonato con i Fairport Convention. (Ho aperto un loro concerto. Figata. Loro sono dei mostri. Ho avuto fortuna, mi sono proposto e il tipo del locale ha accettato. Alla fine del set Dave Pegg mi ha detto che ero stato davvero molto bravo e ha preso un mio disco, dicendomi che magari mi avrebbe invitato al Cropredy, il festival che organizzano loro. Poi non mi ha invitato e io immagino che lo avesse detto per dire, ma io me ne vanto ancora adesso)
– Ho pagato 20 euri per vedere una tribute band.
(“The Watch” si chiamano. Fanno i pezzi dei Genesis del periodo Gabriel. Li fanno identici, la voce è identica a Gabriel. I pezzi dei Genesis del periodo progressivo sono una cosa difficilissima da suonare, ci vogliono dei musicisti con i controcazzi. Vederli suonati dal vivo a 10 metri di distanza mi ha consentito di guardare per bene cosa fanno i musicisti che suonano quelle cose lì. Sono contento di averlo fatto. Non pagherei 20 euro per un’altra tribute band)
– Ho dato della testa di cazzo pubblicamente a uno che mi ha recensito male. (Scanzi. Scrisse che avevo dei toni da “cantacronache afono” e che la canzone mia che recensiva era “postuma”. Il tutto mentre io ero DAVVERO afono e non sapevo ancora come mai e qualche dottore di quelli che prendono un sacco di soldi per una visita aveva detto “Ah, lei non canta più” e io avevo pubblicato la notizia del mio stop a tempo indeterminato su questo blog. Quando ho letto “afono” e “postuma” mi sono detto “Ma che cazzo fa? Sfotte?”. Lui, chiaramente, non lo sapeva. Non che su Scanzi abbia poi cambiato granché opinione, ma avrei potuto dirlo in maniera civile invece che sbottare. Anche perché se uno mi recensisce male non me ne frega davvero niente. Il risultato fu che lui cambiò le due parole nella recensione, ma i miei commenti al veleno rimasero sotto e quindi tutti quelli che andarono a leggere dopo si vedevano una recensione equilibrata con un tipo che dava di matto. Io comunque canto ancora, alla faccia dei primari di Otorinolaringoiatria. Colgo l’occasione invece per ringraziare pubblicamente il Dottor Franco Fussi di Ravenna, un foniatra che è bravo davvero e vale ogni euro speso e sa anche come parlare con un paziente)
– Ho seppellito un cane (Poldo. Ne ho parlato una volta, quando è morto. Non lo avevo mai fatto. Non mi è piaciuto. Sono contento che sia nel nostro giardino, anche se non so spiegare perché)
– Ho pagato un uomo per infilarmi un dito nel culo.
(Un urologo. Visita privata. Un controllino alla prostata. Sono contento di averlo fatto, perché dopo ero più tranquillo. Durante non ero tanto tranquillo. Spero di non doverlo fare di nuovo nel breve periodo. Mica per dire, però insomma, ecco…)
– Sono andato a mangiare libanese.
(Per provare. Buono, ma piuttosto speziato e il prezzo non era esattamente conveniente)
– Ho comprato un libro su Ulrike Meinhof.
(Mi incuriosiva la sua storia, non conoscevo bene quegli anni lì in Germania e ne avevo solo sentito parlare. Bel libro. Piuttosto equilibrato. L’ho tenuto ma non l’ho riletto)
– Ho fatto una gastroscopia (2, a dire il vero. Dice il dottore che devo. Proprio per via di quella cosa del diventare afono di cui parlavamo prima. Mi fido)
– Ho tirato i remi in barca ad un concerto, ho fatto il minimo sindacale e poi me ne sono andato senza nemmeno provare a tirare il pubblico dalla mia (E’ successo quest’anno. Ero davvero molto stanco e abbattuto, me ne sono andato dopo neanche un’ora. Ho preso i soldi e sono praticamente fuggito verso casa. Di solito io suono ALMENO un’ora e tre quarti, anche se ci sono tre persone. E mi danno l’anima, anche se ci sono tre persone. Quella volta lì non ce l’ho fatta.)
Non ve ne frega niente, vero? Immagino. Trovo che abbiate perfettamente ragione.
Se raggruppando queste cose senza minimamente leggere quello che c’è scritto tra parentesi uno dicesse:
“Lo conosci Frigieri? Dai, quel tipo che adora la cucina libanese, quello che è culo e camicia con Dave Pegg dei Fairport Convention. Quel tipo che fa va avanti e indietro dall’ospedale a fare delle gastroscopie, figurati. Dai, quello che suona. Oddio, fa il compitino e va via appena può, che non ne ha nemmeno voglia. Non fa altro che dare della testa di cazzo ai giornalisti che parlano male di lui, poi va a vedersi le tribute band e ci lascia un sacco di soldi. Quando non è dietro a seppellire cani. Ah, deve essere un mezzo terrorista, so che è appassionato di Ulrike Meinhof. Anche se la vera sua passione è il TANGO, naturalmente. Oltre a frequentare i bagni degli autogrill. So che ci va a dormire, anche più di un autogrill alla volta. Ma da uno che paga per farsi mettere un dito nel culo qualche frequentazione equivoca te la devi aspettare”.
Beh, sarebbe un coglione che di me non ha capito proprio una mazza. Credo che il giochino qui sopra possa essere fatto anche con te che stai leggendo.
Quindi riassumendo.
1) Di una cosa che fate una volta in cinque anni non ce ne frega un cazzo.
2) Una cosa che fate una volta in cinque anni non ci dice niente di così illuminante su di voi. Anzi, probabilmente è causa di equivoci.
Quindi: La prossima campagna elettorale, se riuscite, scassateci meno i coglioni.