Natale dell’odio.

1. Il momento, inevitabile, in cui sei in giro da qualche parte e da un qualsivoglia altoparlante parte “All I want for Xmas is you” cantata da Mariah Carey. Se poi fai tanto di beccare anche il momento in cui il pezzo sta finendo e (se passa per radio) arriva il Dj a parlare con quel modo di parlare scemo che ha la maggioranza dei Dj, allora capisci perché Ted Bundy, Charles Manson, il mostro di Firenze e compagnia bella hanno fatto quello che hanno fatto.

2. Il momento in cui sei a tavola con la famiglia e uno innesca la famosa diatriba sul fatto che da una parte del Secchia si chiamano “tortellini” e dall’altra parte del Secchia si chiamano “cappelletti”. Il fatto che sia sempre, inevitabilmente, un parente a farlo. Sangue del tuo sangue.

3. Il momento in cui arriva uno a dire che “Il tortellino vero è in brodo” e ti voglia fare passare per idiota perché lo mangi alla panna. Naturalmente il brodo “è di gallina” e non appena è stato detto che è di gallina, naturalmente,”si sente che il brodo è di gallina”. I più ardimentosi chiedono “Ma di gallina o di cappone?”. Lì, se io fossi un giudice del tribunale, direi che è “colpa grave”.

4. Il momento in cui arriva uno e ti dice “buona fine e buon principio”. Il resto sperano che ti vada di merda.

5. Il momento in cui uno dice che “Ormai lo spirito del Natale si è perso”. Io non so cosa sia, lo spirito del Natale. Lo dimostra il fatto che, almeno da quando ho memoria, “Ormai lo spirito del Natale si è perso”.

6. Il momento in cui i mezzi di comunicazione dicono che sarà un Natale dove gli italiani dovranno tirare la cinghia ma “Non rinunceranno a pranzi, cene…” e cazzi vari. Ovviamente, lo spumante vincerà sullo champagne, che noi amiamo il medinitali, la qualità, vaffanculo.

7. Il momento in cui uno ti dice che “Noi quest’anno solo regali utili”. Poi te ne elenca un paio e a quel punto ti viene la curiosità di sapere che cosa si regalassero quando valevano anche gli inutili. Non insisti sull’argomento per paura che il tuo interlocutore continui a parlare.

8. Il momento in cui ti chiedono “E te…sei stato a messa?”.  Ancora con questa storia?

9. Il momento in cui ti dicono “Buon Natale a te e a tutta la famiglia” che a momenti non sai neanche chi sono e se ce l’ho, una famiglia. Per fortuna te la cavi con un “altrettanto”. Breve, coinciso, educato, funzionale.

10. Il momento in cui ci si lamenta tutti, inevitabilmente, di aver mangiato come merde. E il giorno dopo si rimangia come merde. Come se ci obbligassero.