Le colpe dei padri

Sabato mattina, vado in un negozio di dischi e spulcio qui e là in cerca di qualcosa di interessante. Un’occhiata alle novità, poi l’immancabile sguardo ai vinili nuovi e ai tanti vinili che sono lì da tempo immemore. Carrellata agli italiani, guardatina al jazz e al reggae. Mano a mano rapida memorizzazione di uno o due cd per settore, pensando a cose che potrei comprare. Chiacchiere con il proprietario e poi setacciata classica alle offerte. Nel frattempo entra un tipo, avrà trentacinque anni. Con un bambino che avrà 4 anni che immagino essere suo figlio.

“Cos’hai di nuovo di musica house?”
“Tante cose. Tipo?”
“Ma non so. Da tenere in macchina.”
“Ah. Guarda, ti faccio sentire una roba…senti qui”

Il negoziante prende un doppio cd compilation del quale mi sfugge il nome e mette su un pezzo. Parte una cassa classica house e un pezzo impersonale di quelli che senti in un qualsiasi negozio di abbigliamento. Il cliente scuote la testa, ritmicamente. Il tutto dura circa 4 secondi e poi:

“Senti? Questo è bello, veh?! Senti, va via dritto, batte bene…”
“Si, si…la prendo. Quant’è?”
“TRENTOTTO EURO” (Porca puttana!!!, ndr)

Il cliente si rivolge al bambino e gli dice “Eh, Tommaso? (Il nome l’ho inventato, ndr) La prendiamo che così l’ascoltiamo in macchina quando andiamo dalla nonna?” Il figlio, che intanto si sta guardando intorno e sta girando tra la miriade di colori sparatigli addosso dai tanti scaffali di vinile, annuisce senza aver la minima idea di cosa il padre abbia detto e non degnandolo di uno sguardo.

Il padre, contento come una pasqua, caccia fuori trentotto euro per quel doppio digipack pieno di merda e poi torna in macchina insieme al figlio.

Non so cosa pensare. Compro “Big World” di Joe Jackson, che avevo già in vinile ma ormai è rovinatissimo e me ne vado a casa, a dormire. Il prossimo che mi chiede lo sconto quando mi compra un disco dopo un concerto si becca una roncolata.

2 pensieri su “Le colpe dei padri

  1. …qualcuno salvi il bambino “Tommaso” da un futuro da discotecaro catatonico unz unz….
    quanta tristezza.

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